Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1872.djvu/269

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GAZZETTA MUS canto, fosse qui a scendere e salir per le scale dei membri dell’istituto e pitoccar il voto degl’immortali, sarebbe eletto senza alcun dubbio e con maggior merito degli altri suoi competitori. In quanto a Bazin, egli lia scritto qualche operetta comica, alcune graziose, altre che si sono salvate perchè il libretto era piacevole, e qui il libretto è quasi tutto. Elwart è un profèssore, un ideologo musicale, un brav’uomo, un erudito un pò strarùbo. Ecco i titoli dei pretendenti, almeno di quelli che si contesero il seggio precedente, quello che occupò Massè. Non so.se da pochi mesi a questa parte siano sorti altri compositori. Non voglio farla da profeta, ma posso dire che Reyer ha molta probabilità di successo e vi ho già detto il perchè. Ritornando a Carafa (che non ei pagherà di reciprocità, poiché non è probabile che ritorni a sua volta): dirò, che la sua morte non ha fatto, come suol dirsi, nè caldo nè freddo. Come sarebbe stato altrimenti? Egli non scriveva più fin dal 1834; or quando si resta circa quarantanni senza ricordarsi al pubblico, è assai naturale che il pubblico ne perda la memoria. Rossini non scrisse opere durante un tempo presso a poco uguale, ma egli era Rossini, e quando si ha questo nome non si corre rischio di essere dimenticato. Pur tuttavolta Rossini si ricordava a quando a quando al pubblico con qualche lavoro di genio. Ma Carafa dopo la Gran Duchessa, scritta nel 1834 (egli ha scritto una Gran Duchessa come Offenbach!) non fece più altro-. Si adagiò sui suoi allori e vi ha riposato durante trent’ott’anni! Può dirsi dunque ch’era già morto, moralmente almeno, o per esser più esatto, intellettualmente. Qui non era veramente celebre che pel Solitario e pel Masaniello, tutte le altre sue opere, e ne ha scritte una ventina, tra italiane e francesi, non vissero lungo tempo, ma la gloria che gli acquistarono era bastevole a fargli ottenere il seggio all’istituto, la croce d’Uffiziale della Legione d’Onore, una cattedra al Conservatorio ed il posto di direttore d’un Ginasio musicale militare. Questi due ultimi uffici! erano stati da lunghi anni abbandonati dal titolare. Carafa amava la musica, ma preferiva la tranquillità. Faceva costantemente la sua passeggiata a cavallo: un cavallo bianco che non temo d’essere smentito da chichessia, uomo o cavallo, se lo chiamo il Nestore dei cavalli. Era bianco come neve, ero per dir canuto. V’ha chi diceva argutamente che era lo stesso, che il Carafa montava a Mosca nel 1812, quando fece in qualità di capo squadra degli Ussari ad ufficiale d’ordinanza di Murat, la campagna di Russia! Carafa ne rideva, ma amava troppo il suo cavallo per riformarlo. Lunedi scorso accompagnammo la sua spoglia mortale al Cimitero. Nella chiesa fu cantato un Pie Jesu di lui, ed è tutto! Il corteo che seguiva il funebre carro, non era cosi numeroso come avrei sperato. Alcuni italiani di distinzione, pochi membri dell’istituto che avevano avuto la delicatezza d’indossare la uniforme a palme verdi, qualche compositore, un piccol gruppo di scrittori di appendici musicali, e una dozzina di amici. In tutto un centinaio di persone. Povero Carafa! Ecco quel che vuol dire il non morire a tempo. Vero è che non ha potuto accorgersi di questa trista oblivione. Riposi in pace, egli che amò tanto il riposo, e che si riposò più del dovere. Cosi scese nella tomba l’antico allievo del Fenaroli, che esordi a Napoli, sua città natale, con un’opera intitolata il Vascello d’Occidente, e che venuto a Parigi nel 1822 per restarci pochi mesi, vi rimase cinquant’anni! E vi rimarrà sino alla fine dei secoli. Ameni Passo senza frase di transizione ad altro argomento. I concorsi del Conservatorio sono finiti ieri, grazie al cielo. C’era da morire bollito. Ogni anno questo stabilimento forma qualche nuovo artista per V Opéra o per Y Opéra-Comique. Quest’anno ei offre un baritono che ha davvero una voce eccellente. Il suo nome è Boyer. Agli esami assistono i direttori delle due grandi scene liriche di Parigi: quando possono mettere la mano su qualche buon allievo, lo scritturano. Quelli che ottengono sono sicuri di essere scritturati immediatamente; ed è al certo una bella fortuna per essi il poter cominciare la carriera con si lieti auspici, ed esordire, giovanissimi ancora, nientemeno che AV Opéra o I CALE DI MILANO 263 all’Opéra-Comique. Se riescono al teatro come riescirono alla sala del Conservatorio la loro sorte è assicurata, la loro fortuna è fatta. Parlo, ben’inteso, per gli alunni d’ambo i sessi. Fra le voci di donne quest’anno se n’ha anche di assai pregevoli, ma nessuna ha ottenuto il primo premio all’unanimità come’ il giovine Boyer. Nulladimeno alcune saranno scritturate ad uno dei due principali teatri della capitale. Prima di chiuder la presente, voglio annunziarvi che l’opera di Massé intitolata Paul et Virginie sarà data (quando che sia) al teatro della Gailé, ove fu rappresentato Le Roi Carotte. È il tenore Caponi che farà la parte di Paolo. E Virginia? 0 la Patti o la Nilsson.... Dicesi. Credo che non sarà nè F una nè l’altra. 29 luglio. Chiusura matrimoniale del teatro Drury Lane — Elenco delle opere rappresentate al Covent Garden. La stagione del Drury Lane è stata chiusa con una scena matrimoniale, rappresentata nell’Abbadia di Westminster e coll’opera La Semiramide, rallegrata da una pioggia torrenziale di fiori. Della scena matrimoniale di Westminster basterà che vi dica che gran parte dell’aristocrazia n’è rimasta indignata, e ne vuole a quel buon diavolo dell’onorevole Cavendish Bentinck, membro della Camera dei Comuni, il quale ha fatto tanto sino a che è riuscito a far celebrare nella Santa Croce d’Inghilterra, nel tempio dove s’incoronano i sovrani, il matrimonio di Cristina Nilsson con Augusto Ronzami. Privilegio questo, che indarno cercherebbero e forse nemmeno oserebbero cercare i grandi signori d’Inghilterra. Molti furono coloro che recaronsi alla cerimonia nuziale, e troppi furono quelli che vennero invitati alla festiva colazione sotto la presidenza degli sposi. Ma nell’un caso e nell’altro gl’intervenuti parevano esclusivamente dominati da un’idea, quella d’assistere a una scena teatrale! La colazione fu servita nella splendida adunanza dell’onorevole C. Bentinck. il quale unitamente alla sua dama e famiglia fece gli onori ammirabilmente. I regali della sposa erano splendidamente esposti in una delle sale del primo piano; e non sto lungi dal vero in dirvi che il valore dei medesimi sorpassa le dodici mila lire sterline! Potenza della stampa! Voi sapete meglio di me, che di Cristine Nilsson abbonda l’Italia! Le opere rappresentate al Covent Garden durante la stagione sono state 26. Vi mando a norma della promessa l’elenco delle opere coi principali artisti e con gl’introiti approssimativi di ciascuna rappresentazione: (Vedi Prospetto alla pag. 264). Io auguro affari consimili alla Scala e agli altri grandi teatri d’Italia! Quest’altro anno il Covent Garden non udrà più la voce del Naudin. Il Gye avrebbe voluto confermarlo, ma colla diminuzione d’una bagatella di cento steriini il mese! Invece esso ha confermato con miglior paga il Bettini, e per giunta gli ha permesso di fare con Mapleson il giro che questo suol fare per le provincie nella stagione d’autunno. Sono anche in grado di annunziarvi avere il Gye scritturato per la prossima stagione a moderatissime condizioni i tenori Montanaro, e Oliva Pavani. Questi due illustri artisti di canto, come direbbe l’amministrazione di un certo confratello vostro, devono la loro scrittura all’azione mediatrice di giovane, brava e amabilissima persona. Alla settimana prossima il quadro delle cose di Drury Lane ossia della Compagnia di Canto del teatro di Sua Maestà!