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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 291 scuola moderna si dimenticano, buon gusto, arditezza, novità nelle danze. Immaginate qual successo! Un trionfo, un’apoteosi dal principio alla fine! Il pubblico del Politeama aveva la febbre e smaniava pel desiderio di vedere il coreografo Pulini, di prodigargli tutte le forme dell’ammirazione, di stringerselo al cuore! Fortunato coreografo! Circa il futuro di questo teatro, si sa che all’apertura del suo nuovo rivale al Foro Bonaparte, dovrà eclissarsi. Si dirà di lui che fu un astro splendido — vedrete! Morto il Politeama, la compagnia si rifugierà al Carcano, dove si metterà in scena la Follia a Roma, coll’aiuto dell’autore, l’illustre maestro Ricci, che si trova a Milano. Si tratta anche di dare Y A lì Babà del maestro Bottesini; quest’opera a Londra destò entusiasmo; è nota la fama dell’autore, il quale è pure ospite dei Milanesi. Tutti con noi desidereranno che la notizia non sia smentita. A r ALLA RINFUSA

  • Michele de Santis da Pietroburgo (già allievo del Conservatorio di Lipsia)

compose un’opera, Jermak, che verrà rappresentata nella prossima stagione.

  • La direzione suprema del teatro di Darmstadt fu dal granduca affidata

al principe Alessandro.

  • Il signor Bevignani, uno dei direttori d’orchestra dell’Opera italiana al

Covent Garden di Londra, fu scelto a maestro di cappella dell’Opera italiana a Pietroburgo per la prossima stagione. ¥ Nell’Intelligenzblatt di Berlino, in data 20 luglio, leggesi il seguente annunzio: «Una gentile orchestra di dame, con o senza costume, cerca subito un impiego. Fehrbellinerstrasse, 23, parterre. • Durante alcuni momenti, i belli e melanconici occhi del giovine monarca si fissarono con profonda tenerezza in quelli dei due pittori, che confondevano le loro lagrime, e che spuntavano pure sulle nere pupille di Filippo IV. — Torna in sè... torna in sè!... disse il duca dell’Infantado che sosteneva il capo di Anna, appoggiato sul suo petto. Il Re avvicinossi allora all’ambasciatore. — Rubens, disse egli con piglio sicuro; Rubens, vi assicuro, sulla mia reale parola, che vidi vostra figlia una sol volta nello studio di Velâzquez, di cui la credeva sorella; ma una funesta trama venne a strapparmi quella credenza, la quale sarebbe stata un antidoto salutare per.... Filippo IV stava dicendo: per la mia passione; ma, veduta la Regina, la parola gli mori sulle labbra. Quanto ad Isabella, essa era intenta ad accarezzare l’infanta Maria Teresa che incominciava a rinvenire. Rubens baciò la mano di Filippo con vivissima gratitudine, indi corse alla figlia che strinse fra le braccia. Quel padre doveva la figliuola sua alla colpa; eppure non le avrebbe impresso un bacio sulla fronte se non si fosse accertato che era pura da quella stessa colpa che le aveva data Lr vita. Terribile egoismo umano! Rubens separossi dalla figlia, la quale, quantunque si fosse riavuta un poco, era tornata a chiudere gli stanchi occhi, senza conoscere alcuno. Poscia si diresse a cercare Giovanni, che, ritto dinanzi al quadro del Seppellimento, la contemplava tutto stralunato. L’ambasciatore abbracciò teneramente il mulatto. — Grazie, gli disse; grazie, salvatore della figliuola mia! Cos’è che posso io fare per ricompensarti?... Parla... vuoi essere libero? — Non posso abbandonare il mio padrone fino che avrò vita, rispose Giovanni togliendo lo sguardo dal quadro; la vita mia consiste tutta nel vederlo e servirlo. — Questa tela è stata dipinta da Giovanni! gridò in quel* Gli artisti stranieri che presero parte al giubileo musicale di Boston non fecero cattivi negozii; ma i migliori li fece Giovanni Strauss. Egli percepì dollari 17,000 per la stagione, oltre dollari 2500 (in oro) per la sua beneficiata, e le spese di viaggio per sè, la sua consorte e due domestici; inoltre introitò dollari 3330 con tre concerti dati a Nuova-York, e i suoi valzer del giubileo gli furono pagati dall’editore dollari 550. — La signora Peschka-Leutner riscosse dollari 16,000 per 13 serate, Franz Abt per la direzione delle sue proprie composizioni in quattro serate, incassò dollari 1,200, Isabella Goddard, dollari 5000, Franz Bendel, dollari 2000, e il pianista Wehle per due serate, dollari 1250. Le somme pagate per l’orchestra sono enormi. La grande orchestra per la prima settimana soltanto ricevette dollari 72,000; i musicisti di altre città americane ebbero ciascuno 10 dollari per sera, oltre le spese di viaggio; quelli di Boston 8 dollari.

  • Carlo Wilhelm, autore della Sentinella al Reno, ebbe dall’imperatore

di Germania l’ordine della corona di terza classe. > Il cosi detto Quartetto fiorentino di Giovanni Becker e compagni comincia il suo viaggio con tre concerti a Francoforte s. M., l’8, 10 e 12 ottobre; alla fine di ottobre e ai primi di novembre darà concerti nell’Alsazia e nella Svizzera, in novembre e dicembre in Austria, nel ‘gennaio in Olanda, in febbraio e marzo in Germania.

  • Ad Anversa sono in vendita alcuni strumenti preziosi: un violino di

Stradivarius, uno di Steiner Jacob 1654, due di Magini, un violoncello di Steiner e molti altri appartenenti alla collezione del defunto signor J. A. Wuyts? dilettante. ¥ Il Pirata racconta che a Parigi fu condannato per truffe un certo Bustelli conte di Godesco, il quale, qualificandosi ministro plenipotenziario di Honduras, scroccava danaro agli artisti vendendo loro brevetti di ordini cavallereschi, e specialmente quelli di Monreale, San Salvatore, Gerusalemme!!!

  • La celebre coppia Artòt-Padilla’ che trovasi ai bagni di Marienbad, fu

invitata a cantare ne’ concerti che avranno luogo al palazzb Imperiale di Berlino, in onore de’ tre imperatori e per le nozze del Principe ereditario di Sassonia-Weimar.

  • Fu di passaggio in Milano il signor Carlo Schubert, ingegnere di

Vienna, che h«avuto l’incarico di visitare tutti i Teatri d’Italia affine di tener conto del meglio di ciascuno nel costruire il nuovo teatro Internazionale che deve erigersi colà per la Esposizione universale dell’anno venturo.

  • A Vienna si rappresentò la vecchia opera di Schenk, Il barbiere del

villaggio, la quale piacque molto, non ostante i suoi 80 anni. Quest’opera, che fu eseguita per la prima volta a Vienna nel 1792, vien considerata un modello della vera opera comica tedesca. V Il 24 agosto, 300.° anniversario della notte di S. Bartolameo, al R. teatro d’Opera di Berlino si rappresentarono gli Ugonotti di Meyerbeer, che ricordano il sanguinoso avvenimento. l’istante lo scolaro Paolo Astudillo indicando il quadro del Seppellimento; l’ho riconosciuto nella sorpresa cagionatagli nel vederla qui. Alla dichiarazione del giovinetto, il mulatto impallidì e cadde a piedi di Velâzquez, gridando: — Perdono! Velâzquez lo alzò fra le sue braccia, e in pari tempo Filippo IV appoggiò la destra sull’omero dello schiavo. — L’uomo d’ingegno, disse con voce solenne, non può essere schiavo; alza la fronte; sei libero. Nel pronunciare queste parole, Filippo IV pigliò un pennello e inumidendolo nel colore rosso, avvicinossi a Velâzquez. — Ricevi, disse tirando delle pennellate sul suo lato sinistro del petto, ricevi questa croce in memoria dell’eroismo con cui hai conservato intatto l’onore della figlia di Rubens; di quell’onore, aggiunse abbassando la voce, che io fui sul punto di contaminare per sempre. E Filippo IV si trasse da un lato, lasciando vedere sotto il cuore di Velâzquez la croce di Santiago, che spiccava dal velluto nero della sua veste. — Addio commendatore, disse stendendo la mano al suo pittore di camera; siete libero per sei mesi onde accompagnare in Fiandra Rubens e la figliuola sua; ma non scordatevi che passato questo tempo vi voglio al mio fianco. Il monarca lanciò uno sguardo di mestizia e di compassione su Anna, poscia parti colla Regina, sua figlia e i cortigiani. — Ah, signore! esclamò Giovanni de Pareja baciando rispettosamente la croce di Santiago; sono tanto contento nel vedervi commendatore. che il Re non avrebbe potuto darmi maggior premio per avere appiccato il fuoco al suo palazzo onde salvare Anna. Nell’udire questo nome, la fanciulla aperse gli occhi e guardò Velâzquez, come se solo lui vedesse delle persone che la circondavano. — Diego!!... gridò con una ineffabile espressione di gioia.