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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 301 l’occhio su quel cumulo di fisionomie della platea e vedrete che appartengono tutte a brava gente che si diverte; ma non ei è verso che battano le mani, perchè pensano che non tocca ad essi, sanno di essere forestieri, e per poco non danno a credere a sè stessi di essere come gli invitati d’una festa. E poi hanno il cannocchiale in una mano, il libretto nell’altra, e il cappello sulle ginocchia; come si ha da fare ad applaudire? E che importa l’applaudire quando non si ha il carattere di giudici? Il fenomeno è curioso, ma è vero, ed importa darsene conto, perchè altrimenti si dovrebbe venire a questa conclusione assurda: che l’opera di Weber passa quest’anno più fredda dell’altra volta. E non solo non è così, ma non può essere, perchè l’esecuzione è senza alcun dubbio migliore. Abbiamo, è vero, una certa fiacchezza nei cori, assai meno numerosi, e ne manca la Waldmann, che aveva fatto dell’Annetta una cosi vispa creatura, ma quanti compensi invece! Le scene assai più accurate, e quella famosa e ridevole degli incantesimi ora ridotta ad apparenze più fantastiche, e le apparizioni meno puerili, e infine la signora Mariani nella parte d’Agata. Questa parte pareva peccare di monotonia, non era invece se non la monotonia corretta dell’artista che la interpretava, la quale dovendo lottare a vincere le difficoltà dell’accento della lingua non poteva curare gli accenti della musica. La scena della preghiera del secondo atto so che mi parve l’anno passato infinitamente lunga, non ostante le gran bellezze; oggi mi passò via senza avvedermene. Ma la signora Mariani ad ogni frase ha un accento nuovo, un sospiro che va al cuore, e sulla scena ei sta da padrona, e la pronunzia limpida e il canto purissimo, a chi ricorda l’asprezza delle stesse parole, sembrano opera di magia. Nella parte di Annetta abbiamo la signora Pasqua; non è la Waldmann, d’accordo, ma a chi voglia giudicare senza termini di confronto apparisce artista sommamente lodevole. È forse un’Annetta un po’impacciata, senza molta civetteria, un’Annetta un po’ più alla buona, ma canta assai bene, ha voce bella ed estesa ed interpreta musicalmente la sua parte con molto buon gusto. Maini è sempre ’ Maini; il suo vocione è sempre quello, o piuttosto non par mai quello. perchè appena si ha cessato di udirlo si finisce di credere a quel portento di voce e ad ogni volta par miracolo nuovo. Mi sembra anche meglio addentro nella sua parte, gioca con essa, taluni dicono che esageri, ma non credo, chè il carattere satanico dell’amico di Samiel permette qualche cosa di grottesco. Nella canzone Viva Bacco e nella feroce allegria finale che chiude il primo atto, Maini non può avere chi lo superi. Max dovrebbe essere un personaggio disinvolto ed appassionato, nella sua doppia qualità di cacciatore e di innamorato; il tenore Tasca de Capellio non è nè innamorato nè disinvolto; ha però bella voce, e alcune note singolarmente dolci, e se non sempre trova modo di trarre effetto dalla sua parte, nell’insieme sarebbe ingiustizia dirne male. Discrete le seconde parti; lodevolissima l’orchestra diretta dal Faccio: la sinfonia e la scena degli incantesimi sono eseguite con molta finezza. Il ballo Bianca di Nevers, dopo aver patito alcune amputazioni, si trova meglio, e i benemeriti protagonisti cornuti dureranno meno fatica a trascinarlo fino alla fine della stagione. Il Carcano ha aperto le sue porte ospitali al Politeama; finora non vi si diede altro che il Don Bucefalo, ma per avviare il pubblico da quella parte non ei era di meglio. Bùttero in quest’opera è il padrone del campo; canta, suona, improvvisa, parla, aggiunge, a modo suo, ed è sempre un portento di voce, di arte, di vis comica. Qui il multiforme suo ingegno, si mostra in tutte le faccie; è pianista, come è buffo, vale a dire eccellente e buffo anche quando siede al cembalo. A certe sue variazioni, ed a certi improvvisi-centoni fatti a somiglianza di molte opere nuove, senza una nota di suo, passando dal Barbiere al Rigoletlo, dalla Bella Gigogin al Miserere del Trovatore, non è se. non un lungo scoppio di risa sempre trattenuto che prorompe alla fine in una tempesta di applausi. La signora Trebbi non sfigura a fianco del matto colosso; ha voce bella e canta con molto garbo: benino anche il tenore Parasini; men bene gli altri; ma Bottero basta a tutto in quest’opera, e il Don Bucefalo è un trionfo. Il nuovo teatro al Foro Bonaparte non è ancora aperto; al Santa Radegonda sono incominciate le rappresentazioni della brava compagnia Biagi. Finora non diede che due novità; il Consalvo di Torelli cadde senza rimedio; il Guido di Cavallotti piacque e si ripete. A p» ¥ Antonio Rubinstein partì da Liverpool alla volta di Nuova-York, per un gran giro artistico neH’America; egli è accompagnato da Enrico Wieniawski, celebre violinista. ¥ Secondo V Athenaum, Sir Michael Costa, il noto compositore e direttore d’orchestra a Londra, intraprese un viaggio per la Francia, l’Italia, e la Germania, allo scopo di studiare in questi paesi le odierne condizioni del dramma lirico. Giovanni Strauss dirigerà 12 concerti a Madrid nel prossimo inverno. Se vuoisi prestar fede al Courrier des Etats-Unis, il corpo di musica della Guardia repubblicana di Parigi ritorna dall’America in cattive condizioni finanziarie. Non solo, dice il citato giornale, furono rubati mille dollari al suo direttore sig. Paulus, ma ciò ch’è peggio il cassiere scritturato per il giro de’concerti si è fatto invisibile dopo aver sottratto alla cassa la bella somma di 15,000 lire sterline. ¥ Il compositore spagnuolo Don Manuel Girò ha condotto a termine un’opera comica in tre atti col titolo EI gran Cacique. ¥ Nell’annunziare nel numero del 6 agosto la morte di Emilio Devrient fu scritto per errore che egli era cantante. Era invece artista drammatico di gran fama. ¥ Grandi elogi fanno i giornali di Empoli al bravo clarinettista Ferdinando Weiss-Busoni che, non è molto, diede in quella città un concerto. ¥ Un giornale di Parigi scrive sul serio che Adelina Patti non vorrà più cantare in Francia finché in questo paese la forma di governo sarà repubblicana!! ¥ I signori Franchetti e Gerstel presero in appalto il giardino Zoologico della città di Vienna, con teatro annesso, che intendono tramutare in un Café chantant, in occasione della futura esposizione. Pare che Strakosch torni a far tentativi per indurre Gounod a recarsi in America. ¥ LÌEurope artiste racconta che a Tolosa un certo Napoli, tenore e lottatore (!!), annunziò che si farebbe rompere sul ventre una pietra del peso di 250 chilogrammi e che durante questa operazione egli canterebbe un pezzo di musica! — Questo sì che si può dire un tenore di forzai ¥ La diva Patti, al teatro di Homburg, nella scena della lezione del Barbiere cantò la nuova tarantella, Forosetta, di Arditi e dovette ripeterla fra ovazioni entusiastiche e generali. Al Paganini di Genova, nella prossima stagione, verrà posta in iscena la nuova opera Anna Rosa del maestro Bignami. ¥ Il ministro della Istruzione Pubblica ha mandato la Corona d’Italia al maestro Matteo Luigi Fischetti. ¥ Nel venturo carnovale avrà spettacolo d’opera, per la prima volta, PortoSai d (Egitto). ¥ Il Sémaphore di Marsiglia annunzia che il sig. Deidier, capo di gabinetto del maire e antico allievo del Conservatorio di Parigi, fu nominato amministratore della nuova Scuola di musica marsigliese.