Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1872.djvu/375

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OGNI Al presente numero è unito il N. 21 della Rivista Minima» La prima rappresentazione DEL BOLOGNA, 7 novembre. N. della D, (1) Ecco il testo d’un dispaccio comunicato con una disinvoltura die- non sarà mai lodata abbastanza e pubblicato con docilità esemplare dai giornali politici di Milano: «Prima rappresentazione del Tannhauser di Wagner grande successo (?!) La sinfonia fu replicata. Il primo ed il secondo atto piacquero molto. «Nel terzo atto fu applauditissima la romanza del baritono.» Il solo Pungolo è più accorto, tralascia il compromettente grande successo ed aggiunge queste parole: «Il rimanente dell’opera incontrò molta opposizione. „ E la Perseveranza, che ha il suo appendicista a Bologna, è priva di notizie ed è costretta a riportare dal suo confratello II Pungolo!!! Non so se le notizie che a quest’ora si saranno sparse costì vantino o no il gran trionfo; (1) per quanto avvezzo agli scandali della docile complicità del telegrafo, non lo credo, chè il fiasco fu così colossale, così autentico, così indiscutibile da non potersi in alcun modo nascondere. I fischi dovete averli uditi da Milano; se non li avete uditi sappiate che, a parere di quanti hanno un dito di cervello, e sono molti, il Tannhàuser ed il cittadino Wagner sono, dopo questa cerimonia poco solenne, seppelliti per un pezzo anche nella nostra città, e l’avvenire è fatto per noi un preterito più che perfetto. Vi farò, senza entrare nel merito dell’opera, la storia schietta della serata che fu una delle più scandalose a cui io m’abbia assistito. Il teatro era gremito, questo s’intende, assai prima che incominciasse lo spettacolo; l’esercito dei wagneristi aveva avuto un rinforzo dalle varie città della penisola, e più di trecento (il numero è storico) eroi raccogliticci, assoldati per la gran battaglia. Nelle sedie chiuse si vedevano i critici, alcuni dei quali collo spartito sulle ginocchia, che sfogliavano molto dottamente ogni tanto. Tutto ciò dava alla cerimonia qualche cosa di mistico e di sacerdotale, che alcuni si ostinavano a trovare infinitamente ameno. La sinfonia eseguita splendidamente fu molto applaudita, e lo meritava chè, voi lo sapete, è una pagina musicale stupenda. Disgraziatamente le pagine che le assomigliano non sono molte. Ma tiro innanzi. Il primo atto passò freddo; la Venere seminuda sdraiata mollemente e T innamorato che le sta molto vicino, non ebbero potere di riscaldare il pubblico, contro le più legittime aspettazioni dei partigiani della musica dell’avvenire. Quella venere e quélT innamorato cantano nell’erotico atteggiamento un duetto melanconico che dura una mezz’ora; altrettanto dura la pazienza del pubblico. Nel secondo atto la seccatura si fa più evidente; né andò molto che d’ogni parte si cominciò a fare coi piedi uno strano accompagnamento alla musica, e calò la tela con un lungo mormorio. Evidentemente il pubblico sospettava di annoiarsi. Al terzo i fischi e le grida di disapprovazione durarono dal principio alla fine, ed anche alla fine non si acquetarono così presto; i trecento valorosi cercarono di resistere; ma trovarono le loro Termopili — e sono morti! < Già verso la metà dell ’atto i sacerdoti della critica avevano chiuso prudentemente i loro messali, il che fu da molti trovato ancora più ameno! E sì che T esecuzione da parte dell’orchestra e dei cori fu eccellente; e buona, per quanto si può giudicare dall’imperfetta audizione, da parte degli artisti, ad eccezione delle donne. Si segnalò l’Aldighieri, il beniamino del pubblico, il quale alla romanza del terzo atto ebbe applausi vivi, come in testimonio di stima, sebbene dopo la stessa romanza, ed appena scomparso dietro le quinte il bravo baritono, il pubblico si sbizzarrisse a fischiare del meglio che poteva. Quest’è la storia concisa della seconda impresa wagneriana della nostra Bologna, e confesso candidamente che dopo il buon successo del Lohengrin, mi sbalordisce e dee sbalordire, poiché se pure il Lohengrin è alquanto più fino ed elegante nelle forme, è degno