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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO settimana teatrale, 4-10 febbraio. Teatro alla Scala. 4 e 5. Atto I dell’opera II Giuramento - Velleda e Figlie di Chèope, balli— 8. Aida - Velleda, ballo — 10. Aida - Figlie di Chèope, ballo. Teatro alla Canobbiana. 4. Il vecchio caporale - Emma ed il genio della terra, ballo — 5. Amleto - Emma ed il genio della terra, ballo — 6. Le mosche bianche - Emma ed il genio della terra, ballo — 7. Amleto - Emma ed il genio della terra, ballo — 8. En segreto - Emma ed il Genio della terra, ballo — 9. I due sergenti - Emma ed il genio della terra, ballo — 10. Malvina - Emma ed il genio della terra, ballo, Teatro Carcano. 4. Un Ballo in maschera — 5 e 6. Rigoletto — 7. I Lombardi — 8. Un Ballo in maschera — 9. I Lombardi — 10. Un Ballo in maschera. Teatro Re. 4. Tentazioni! — 5. Nerone — 6. Beethoven — 7. Patria — §. Le coscienze elastiche — 9. Nerone — 10. Perché al cavallo gli si guarda in bocca? Teatro Santa Radegonda. 4. 5, 6, 7, 8, 9 e 10. Kakatoa. Signor S. A. Margaria — Roma. Il Canzoniere di Panzacchi non si è ancora potuto pubblicare, causa la sovrabbondanza di lavoro di questo mese. Lo avrete al più presto. Agli spiegatori di Sciarade, eco., ecc. Raccomandiamo di indicare il premio scelto nella stessa lettera con cui si invia la spiegazione. Ciò riesce molto più semplice e più spiccio per tutti. Signor S. Sai. — Cesena. Quanto chiedete è impossibile; scegliete il premio che vi spetta. A coloro che si lamentano di non aver ricevuto i premii rispondiamo in genere che ciò avviene o perchè alcuni premii sono ancora sotto i torchi, ovvero perchè non hanno ancora rinnovato F abbonamento. In quest’ultimo caso il ritardo nell’invio è norma di amministrazione, necessaria per semplificare la tenuta dei libri. NOTÌZIE Diciamo cosa che parrà incredibile a chi non ha avuto la fortuna di assistere alla seconda rappresentazione dell’Aida; ed è, che gli applausi furono molto maggiori che non alla prima rappresentazione, e l’entusiasmo ancora più grande! Non possiamo dire il numero delle appellazioni fatte a Verdi ma ei parvero assai più numerose dell’altra sera. In fine dell’opera grida ed evviva frenetiche.il sommo maestro comparve più volte al proscenio in mezzo a tutti gli artisti, ai maestri Faccio e Zarini e al poeta Ghislanzoni, che finalmente si lasciò presentare al pubblico. Un’ultima comparsa di Verdi venne salutata con una dimostrazione commoventissima, imponente. Non un pezzo passò sotto silenzio: l’esecuzione di gran lunga superiore a quella di giovedì, permise al pubblico di apprezzare e gustare molte peregrine bellezze, impossibili del resto, a decifrarsi ad una prima udizione. Tutto il gran finale del secondo atto fu un vero portento di esecuzione per parte di tutti. Diremo francamente che di un solo pezzo ei pare che il pubblico non abbia per anco compresa tutta la sublimità e potenza drammatica: ed è il duetto fra Aida ed Amonasro nel terzo atto: certo gli applausi con cui fu accolto, sono molti, ma non pari al merito veramente eccezionale di questo pezzo; probabilmente l’arditezza con cui viene terminato il duetto, lascia un po’ dubbioso l’animo dello spettatore, il quale, siamo certi, una volta compresa la situazione scenica non potrà a meno di applaudire con entusiasmo questa sublime pagina di musica drammatica eseguita in modo insuperabile dalla Stolz e Pandolfini. Del gran finale del secondo atto, della scena del giudizio nel quarto, e del duetto finale dell’opera si voleva il bis, impossibile a farsi per ragioni sceniche e musicali. In questa scena poco mancò che la signora Waldmann non rimanesse vittima di un accidente che poteva avere conseguenze terribili, perchè nel salire la scala che mette al piano superiore della scena, s’appiccò il fuoco all’ampio velo nero che tutta la avvolge. Un coraggioso macchinista riuscì a strapparle d’addosso il velo in fiamme, riportando una lieve scottatura alla mano: la signora Waldmann rimase miracolosamente incolume, e benché angosciata pel terrore provato, si presentò in scena per cantare le ultime note dell’opera. Vi fu un momento di panico sul palco ed in platea, che poteva assumere proporzioni terribili, ma che dileguò ben tosto grazie al sangue freddo della signora Stolz che continuò a cantare tranquillamente come se nulla fosse, del maestro Verdi che arrestò parte dei cori, già datisi in fuga pel palco, e dell’orchestra che imperterrita non tralasciò di suonare obbediente alla bacchetta del suo direttore. U LLLLLLLLL LSA 18a’3 0 M 0 M 0 M LSA A SPIEGAZIONE DELLA SCIARADA E DEL REBUS DEL NUMERO 4. A-VERNO Hayli d’asino non vanno in cielo Quattro degli abbonati, che spiegheranno il Rébus, estratti a sorte, avranno in dono uno dei pezzi enumerati nella copertina della Rivista minima, a loro scelta. Spiegarono la Sciarada e il Rebus del N. 4 i signori: E. Bonamici (Livorno), Giuseppe Bagatti Vaisecchi (Milano), Giulia Turco (Trento), Fantoni Alfonso (Piacenza), G. Orrù (Padova), Citerio Amos (Bergamo), Angelo Vecchio (Pavia). Baldassare Bottigella (Pavia), Angelo Gerosa (Como), Ernestina Benda (Venezia), Dott. Ragazzi Pietro (S. Felice), Avv. Guido Venini (Como), ingegnere Martino Nicoli (Alzano), Cèsare Cavallotti (Vicenza), Ferdinando (Ghini (Cesena), E. Donadon (Milano) S. Saladini (Cesena). Estratti a sorte quattro nomi riuscirono premiati i signori: Giuseppe Bagatti Vaisecchi, Giulia Turco, Citerio Amos, e Angelo Gerosa. La Sciarada fu anche indovinata dai signori: Luigi Cardon (Castellamare), Orazio Zunica Duca d’Alessano (Napoli), Leonida Cencetti (Perugia). Editore-Proprietario, TITO DI GIO. RICORDI. Oggioni Ohtseppej gerente. Tipi Ricordi. — Carta Jacob.