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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 5


CORRISPONDENZE



NAPOLI, 22 dicembre


Il nostro Conservatorio - L'Ombra al Sannazaro Rita del maestro Guercia - Concerto Ducci - Notizie


Sarò brevissimo, nè la mia promessa è simile a quella degli avvocati impetranti il favore dei giurati, chè molte ragioni mi costringono ad essere laconico, e la più grande è quella che non vo' farvi pervenire tardi questa mia, sì che le mie notizie diventino vecchie all'ora della pubblicazione.

Comincerò dal Collegio di musica; voi sapere già il programma della pubblica esercitazione del giorno 8 spirante, perciò aggiungo poche cose. Il Conservatorio è, a detta di tutti i convenuti (e nella sala si stava pigiati come le acciughe) sulla via del progresso, specialmente riguardo alla composizione. - Ora voi sapete che l'ipulso potente dato agli studi scientifici devesi al Rossi, e quindi a lui ogni lode. Nè questo è il solo beneficio che al Collegio ha apportato l'opera solerte ed intelligente del Rossi. I buoni frutti sono evidenti, e basta per oggi in omaggio alla brevità impostami.

Degli allievi compositori, il De Nardis presentatosi autore d'un quartetto (fra parentesi, il primo quartetto strumentale che siasi scritto in Collegio), colse il plauso unanime; il De Nardis ha un ingegno potente, gusto, sentimento dell'arte, tale che sempre a traverso dell'artificio astruso non perde di mira l'idea informatrice d'ogni musica, il concetto melodico. Proseguendo così, quando a suo tempo potrà presentare la melodia propria, il De Nardis farà molto parlare di sè; per ora imita, si assimila a questo o quel procedimento, ma l'imitazione e l'assimilazione sono già fruttifere, e fra queste voi discernete una viuzza, sarà ancora corta e stretta, ma è sempre una viuzza cui devesi assegnare il nome del giovanissimo autore. Un bravo al De Nardis e avanti.

Nel campo strumentale il Caiati, violinista, ha dimostrato di aver fatto non uno ma molti anni di progresso; ha già il brio, la sveltezza, la precisione d'un artista; insieme con lui sono da lodarsi il Sansone, l'Alvino, il Corsiboni, interpreti felici delq quartetto di De Nrdis; questi, vel dico da ultimo, era allievo del D'Arienza quando scrisse il lavoro in parola; ora appartiene alla classe del maestro Pusone.

Fra gli alunni che giò meritano il titolo d'artisti v'ha il Magrini, un finito suonatore di violoncello, che negli esami finali ottenne, per voto unanime de' giudici, un posto gratuito d'eccezione, e dopo l'esecuzione del concerto di Schubert chiede a buon diritto un posto fra i valentissimi. E per finire col Conservatorio, vi dirò che pur col secondo lavoro il Bellini non ha smentito la bella speranza che aveva fatto concepire; è desiderio generale però che s'ispiri meglio alla scelta del concetto poetico, e cerchi di musicare più che i versi facili e felici, le buone e adeguate posizioni che possono far spiccare il concetto musicale e consentire allo scrittore una forma determinata, non vaga, nè astrusa.

Vado pei teatri adesso; al Sannazaro l'Ombra ha avuto un successo di stima, ed il Barbiere di Siviglia è andato benissimo, e la Bentami, che pur potrebbe cantare la sua parte com'è scritta, il Montanaro, il Polonini sono assai applauditi. Al Fondo la Rita del Guercia fu accolta bene dal pubblico, un pezzo del contralto fu replicato; mi rallegro coll'egregio maestro cui auguro nuove palme ed un poeta (non già migliore del suo Ercole Vasai, che trovasi facilmente), che gli offra campo di far guastare le sue felici ispirazioni.

Il Ducci non sarà molto contento dei Napolitani: il Sannazaro era deserto nei due concerti che egli offerse e nei quali presentò il pianista Jaell e la sua consorte, il Briccialdi e la Isidor. Il pubblico, costituito in gran parte d'artisti, apprezzò il merito egregio dei coniugi Jaell: sentenziò che il Briccialdi suona ancora bene, e che la Isidor esegue discretamente il canto fiorito, e però rammaricossi di non aver potuto ammirare il Piatti, che sgraziatamente per un'infermità non potè giungere sin qua, dove era atteso con ansia.

I restanti concerti, quello del baritono Natale, del Nicosia, trovarono un pubblico plaudente, se se n'eccetui un'esecuzione accurata e seria si alcuni componenti per pianoforte che il Gonzales regalò agli accorsi ad udire il Natale.

Abbiamo però sempre la speranza che il Clausetti si svegli con le sue mattinate, ed attendesi con impazienza che Palumbo e Cesi stabiliscano la sala per farsi udire.

Nuovi strumenti compaiono qui, il daetilo-monocordo da una parte e il decacordo dall'altra. Novità in predicato al Sannazaro è la Dama Bianca, al teatro Nuovo il Cagliostro di Strauss. Il Fondo riprodurrà la Campana dell'eremitaggio ed il Politeama tutte le operette in voga.

I giornali qui annunciano che il Bonamici ha fatto udire in una riunione d'artisti la musica da lui posta sul melodramma del Golisciani la Cleopatra, tema che il maestro vagheggiava da un pezzo e che il poeta gli compì nell'estate del 1873. Del lavoro del Bonamici i ceonvenuti hanno lodato tanto i concetti, quanto la forma, e la stampa hanno fatto l'eco dei loro elogi. E quest'eco vi tramanda Acuto.




FIRENZE, 23 dicembre.


L'Arena Nazionale e la Società Orchestrale che s'aprirà col Ballo in Maschera. — Proporzione fra le opere serie e le buffe, comparse in Italia nel 1875, e considerazioni sulle opere comiche.Abbondanza di maestri e poeti, e perchè si preferisca il genere serio al buffo.Difficioltà di questo genere di musica, e perchè più abbondino gli scrittori gravi che i leggieriArgomenti ardui che l'arte odierna vorrebbe sciogliere, ma che non può.Rapida rassegna dei teatri.Un concerto alla Filarmonica, uno alla sala Ducci, uno in casa del maestro Krauss.Auguri.Adunanza solenne dell'Istituto Musicale.

Nel primo elenco delle varie opere con cui si apriranno in Carnovale 1875-76 alcuni teatri d'Italia, veggo dalla Gazzetta Musicale asseganto il Faust a Fireze, ma non ci scorgo il Ballo in maschera che inaugurerà l'Arena nazionale dove ha gittato il dado delle sue sorti la nostra Società orchestrale; questa esimia società, la quale, per non istare colle mani ala cintola, e per non essere riuscita a fermare un contratto onorevole con qualche appaltatore, s'è dovuta adattare a far l'impresa per conto proprio. Poveri contribuenti fiorentini, i quali, mentre si trovano costretti a sottostare a non pochi nè lievi balzelli a benefizio del municipio, questo stesso municipio non sa trovare il verso di volgere a benefizio de' suoi artisti quella dote che sborsa ad un'impresa.

Del resto la Società Orchestrale s'è messa all'opera di busso buono; e dalla lista degli artisti che ha scritturato veggo che è sua intenzione di alternare le opere serie alle comiche.

A proposito d'opere comiche, ho visto dal prospetto, che delle musiche nuove date in Italia nell'anno 1875 offre a vostra Gazzetta, dieci su cinquanta appartengono al genere buffo o semiserio: (e fra queste non figura Le mariage d'Isabelle data alla nostra Filarmonica il 5 marzo 1875 con buon successo), e che nella totalità sono da venti i poeti che hanno lavorato i libretti melodrammatici. La penuria adunque e dei maestri che non voltano le spalle alla musica comica, e degli scrittori di libretti non è poi tanta, quanta la farebbero supporre le lamentazioni di chi deplora lo smarrimento di questa qualità di componimento tutto indigeno e nostrale: le esortazioni di coloro che vorrebbero frenare d'un tratto si lasciano sedurre dai grandiosi melodrammi; e le frustate che i critici ed i giornalisti ruotano addosso ai poeti che entrano nelle anguste volte del Parnaso.

Male invero si capisce che i primi tentativi teatrali prendano a soggetto, o leggende nelle quali lo scrittore non ha che da esercitare le forze della fantasia obbligata a delinear