Pagina:Gelli - Venti vite d'artisti, 1896.djvu/26

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in santa Croce, dove egli fece nel mezo de la chiesa quel miracolo di san Francesco di quel fanciullo che essendo morto per essere caduto da un verone fu risucitato da lui, ne la quale opera ritrasse al naturale Giotto il suo maestro e Dante Aldighieri et se medeximo, et è un lavoro molto ben fatto. Dipinse ancora in detta chiesa la cappella de’ Baroncelli, e sopra l’uscio de la sagrestia Cristo quando disputava, della quale pittura fu mandata in terra gran parte. È ancora di suo mano il tabernacolo del crocifisso a testa della via al Crocifisso, et sopra la porta del refettorio di santa Croce in uno crocifisso la fighura di san Girolamo: sopra la sepultura ove egli è sotterrato in santa Maria novella, allato alla porta della vergine Maria, et a Pisa ancora dipinse in Camposanto la storia di Iob e molte altre historie. Il padre di questo Taddeo ancora egli si dilettò di lavorare di pittura et hebbe nome Ghaddo et sonci alcune cose di suo mano che sono in casa loro.


Agnolo di Taddeo Gaddi.


Discese di questo Taddeo uno chiamato Agnolo, il quale fu ancora egli dipintore, e fece di suo mano la cappella maggiore di santa Croce, et in sa’ Iacopo tra fossi Cristo quando risucita Lazzero, et a Prato la cappella dove sta la cintola, e fu certo un bello et onorato maestro, et visse a uxo di mercatante perchè gli fu lasciato da Taddeo suo padre assai buone facultà. Fece i figliuoli mercatanti et furonosi richi di più di trentamila fiorini, tra quali guadagnò buona parte Agnolo nella cappella di santa Croce, della quale per essere huomo ricco et onorato fu pagato da la famiglia degli Alberti strasordinariamente, et dicono alcuni che egli ne ebbe dodici milia fiorini, sì che vedete in che