Pagina:Gelli - Venti vite d'artisti, 1896.djvu/40

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che se gli promettevano liberamente di seguire il suo disegnio che la mostrerebe loro; ai quali allogatognene con questa chonditione dimostrò loro come ella era in uno de’ pilastri, insino alora stette loro segreta, e così dimostrò la grandeza dell’arte sua et il poco achorgimento di coloro che dimostravono d’intendersene, che non havevono maj saputa vedere, et così seguitò di fare detta lanterna ancora che non manchassino di que’ che dicievano che la grandeza et il peso suo era tale che farebbe un dì rovinar detta chupola: ai quali Pippo dimostrò con ragione chiarissime che il peso suo era donde nascieva la sichurtà et la forteza d’essa chupola, et che quanto maggiore fussi più forte et mancho pericolo portava di rovinare (1). Et così finalmente dette perfetione a sì maravigliosa chosa et sì grande edifitio, per il che oltre all’esserne largamente premiato insegniò che in lui era stata una virtù strasordinaria. Gli fu chonchieduto il sepulchro publicamente in detta chiesa sopra della quale è la sua testa con uno eppitafio, il quale dicie come con la sua maravigliosa arte è stato fatto la chupola di detto tempio, fatto per le mani d’un suo disciepolo. Fecie in questo tempo (2) anchora Pippo il modello della chiesa di santo Spirito, il quale dipoi non fu seguito interamente secondo il disegnio suo nè nella porta, nè ne’ ricignimenti di fuori, ne’ quali si aveva a dimostrare...... che egli è dentro, nè negli altari delle cappelle che avevono a essere a lato dinanzi, acciò che il prete quando dicieva la messa stessi col viso volto al popolo come in santo Giovanni, nè ancora cholla cupola perchè si alzorno troppo ne’ pilastri e ne’ chapitegli della colonna et dipoi nel ricignimento in modo che la chupola viene a essere fuori della

  1. Ms. rovinava.
  2. Ms. tempio.