Pagina:Gelli - Venti vite d'artisti, 1896.djvu/45

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Medici et uno altro simile nell’orto de’ Pazi, che fanno fonte, cosa bella. Fecie uno santo Giovanni di marmo giovane in casa Martegli, il quale par proprio di charne, et nella chiesa di santa Croce nella cappella de’ Chavalcanti quella mitria col tabernacolo et co’ suoi adornamenti di macignio. Fecie quel san Lodovico di bronzo, il quale è sopra la porta di detta chiesa, il quale dicono essere la men (1) bella figura che egli faciessi mai: et essendogli un giorno detto da uno amicho suo per qual chagione egli haveva fatto una figura tanto goffa et fuor della maniera sua, rispose: Non credeva haver fatto mai figura che stessi meglio et più simile al vero di quella. Et ridendosene quello amico suo soggiunse: Io avevo a fare uno che rinutia, e uno il quale dicono che rinutiò a uno reame per farsi frate. Chi credi tu addunque che egli fusse? Fecie anchora, come noi diciemo di sopra, il chrocifisso che è a meza detta chiesa. Fecie la figura della dovitia che è posta in sulla colonna di Merchato vechio, et molte altre cose che sono per le chase private. Diciesi che fecie il sepulchro di papa Ianni che è in santo Giovanni, eccietto che quella figura che à quel calicie in mano che rapresenta la fede, la qual dicono esser di mano di Michelozo, ma per molti non si chrede che questa sia sua opera. Fecie ancora a Napoli il collo con la testa di cavallo opera maravigliosa per fornirlo et farvi su la inmagine del re Alfonso, ma non lo finì. Poi fecie nella opera del duomo di Siena una figura di bronzo di santo Giovanni Batista, ma per non essere pagato a suo modo la lasciò inperfetta nel braccio mancho. Fecie ancora in Siena il modello d’una porta, ma dipoi lo roppe et vennesene a Firenze. Intesesi da uno Bernardo di messer Paper schultore suo amico che lo vedde che era cosa bellisima et che Donato lo

  1. Ms. ma.