Pagina:Gemma Giovannini - Le donne di casa Savoia.djvu/159

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bianca di monferrato 123

troppo, né vi si abbandonava con entusiasmo. Religiosissima, dava costante esempio di preghiera, specie per implorare la salute dei figliuoli che crescevano deboli e malaticci, minacciati dalla stessa malattia di esaurimento che aveva spento il loro padre. Essa non ristava mai da appendere voti e fare innalzare preghiere nei più celebri Santuari dello Stato e specialmente all’altare dedicato a suo suocero, il Beato Amedeo IX.

Ma la devozione di lei non riusciva ad ottenere la grazia, ed il Duchino particolarmente aveva una salute fragilissima. Ciò nondimeno essa si prendeva gran cura onde, nel fanciullo e nella sorellina, l’educazione fisica andasse di pari passo con l’educazione morale e con l’istruzione, e li aveva circondati di valenti maestri che ritraevano dai loro allievi eccellenti risultati; e il Duchino a cinque anni stava in sella come un guerriero provetto, e la piccola Yolanda, di poco a lui maggiore, prendeva talora parte ai balletti di Corte, nei quali si distingueva per grazia e disinvoltura. Ma ne le cure dello Stato, né quella dei figli, assorbivano del tutto la Duchessa Bianca: essa prestava del pari soccorso ad opere d’arte e ad opere pie, e fu sotto la sua Reggenza, nel 1491, che s’iniziò la riedificazione, in Torino, della Cattedrale di S. Giovanni, sul disegno del fiorentino Baccio Pontelli, opera signe terminata poi sotto Filiberto II, figlio del Conte Filippo di Bressa, a cui allora era fidanzata Yolanda e che non aveva un trono in prospettiva. Bianca provvide ancora con un editto alla nettezza della sua ca-