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luisa di savoia | 143 |
sposero che nel camino non vi era che brace e che quel chiarore lo produceva la luna piena.
— Non può essere — rispose essa, che aveva sempre coltivato con trasporto l’astrologia e l’astronomia — ora essa è sul declinare e non deve scorgersi a quest’ora. •
E facendo aprire il cortinaggio del letto, vide una gran cometa che proiettava i suoi raggi, proprio diritto su quello.
— Oh! — essa esclamò subendo il pregiudizio dell’epoca — questo è un segnale che non comparisce per una persona di bassa estrazione! Dio lo fa apparire per noi grandi! Richiudete, è una cometa che annunzia la mia morte, bisogna prepararvisi.
E con un sangue freddo ammirabile, frutto del suo equilibrato carattere, l’indomani mattina mandò a chiamare il confessore, e volle tutti i conforti della religione, sebbene i medici l’assicurassero che ella non era in pericolo.
— Se non avessi veduto il segnale della mia morte — essa rispose — lo crederei, giacché infatti non mi sento un gran male. — E raccontò a tutti che aveva veduto la cometa.
Il destino doveva dare questa volta ragione alla superstizione: Luisa di Savoia, tre giorni dopo, abbandonando i sogni del mondo, passò.