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maria cristina di borbone | 241 |
qualunque trattativa si cominciasse pel Duca di Savoia, sperando sempre di appiccicargli la nipote, era morto nel 1661; il Duca teneva vita da scapestrato, sempre pieno di debiti, e spesso, perciò, crucciato con la madre. Questa, dopo scelto fra molte e molte principesse, informandosi particolarmente se erano di carattere dolce e pieghevole, propose finalmente Francesca, figlia di Gastone d’Orléans, zio di Luigi XIV, giovine bella, buona, gentile, soprannominata colombina d’amore e che lasciava a lei ogni certezza di conservare il suo potere. Carlo Emanuele, oramai in età di ventotto anni (si era nel 1663), accettò, ed il matrimonio ebbe luogo con generale soddisfazione.
Due anni avanti, nel 1661, Cristina aveva ristabilite, con sommo plauso, le buone relazioni con la Repubblica di Venezia, troncate fino dal 1630 da Carlo Emanuele I; ma per contrapposto ordinava una nuova campagna contro i valdesi, che in verità si mostravano però esigenti e invadenti, non rimanendo nei limiti loro assegnati sotto Emanuele Filiberto, e certo sobillati dagli ugonotti francesi. — Milton, nel Paradiso Perduto, con versi fulminanti stigmatizzò quell’atto, che pur troppo non è una gloria di Cristina.
Ma essa invecchiava, e, inoltrandosi negli anni, tutta s’immergeva in pratiche devote, spinte talora all’eccesso. Di salute cagionevole oramai, forse per i contrasti sofferti e le faticose cure, nel dicembre del 1663 si ammalò gravemente ed in brevi giorni morì, e fu se-