Pagina:Gemma Giovannini - Le donne di casa Savoia.djvu/353

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maria adelaide di savoia 295

surata, rispettosa col Re; timida, sottomessa con Madama, che però ella conobbe a perfezione, e alla quale non lasciò trapelare di sé altro che quello che volle ella stessa; nell’intimità chiacchierina, saltellante, volteggiante intorno ad essi, ora seduta sopra un bracciolo di uno dei loro seggioloni, ora sulle loro ginocchia; e allora li abbracciava, li baciava, li accarezzava, li abballottava, li prendeva pel mento, frugava sui loro tavolini, nelle loro carte, prendeva le loro lettere, le apriva, le leggeva talora, malgrado le loro proteste, secondo se li vedeva disposti a ridere, e parlando e discutendo quindi in proposito. Era ammessa a tutto, presso il Re, ed a qualunque ora; assisteva all’arrivo dei corrieri che recavano le notizie più importanti; interveniva durante il consiglio, per far bene a questo o a quello che le fosse raccomandato.

Essa diceva a tutti il fatto suo con la maggior disinvoltura. Una sera, tra le altre, udendo lo stesso Re e la signora di Maintenon parlare con amore della Corte d’Inghilterra, sul principio del regno della Regina Anna, allorché speravano da essa la pace, ella disse: «Zia mia, bisogna convenire che in Inghilterra le Regine governano meglio dei Re: e sapete perchè?» — e continuando a correre e a saltellare, concluse: «Perchè sotto i Re governano le donne, e sotto le Regine gli uomini».

E il bello è che Luigi e Madama dissero, ridendo, che essa aveva ragione! — Infine il Re non poteva stare senza di lei; e quando non se la vedeva d’in-