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vide quell’incoronazione che era il suo più ardente desiderio.

La Regina aveva da soli tre mesi dato alla luce il suo terzo figlio, l’infante Ferdinando, quando la sua salute sempre vacillante peggiorò d’un tratto rapidamente, e la tisi s’impadronì di lei. Era il gennaio 1714. Ma essa, tanto abituata a soffrire e a doversene stare in letto, quasi non si accorse del suo aggravarsi. Ad istanza del medico, il Re dovè decidersi a dirglielo, e lo fece la sera dell’11 febbraio, ultima domenica di carnevale, dopo tornato vano il tentativo fatto dal famoso medico Helvetius, inviato di Francia da Luigi XIV.

Filippo entrò nella camera insieme alla principessa Orsini, stata durante quei dodici anni l’intima amica di Maria Luisa, e le fece un lungo discorso circa la gratitudine che essi dovevano a Dio per la protezione che aveva sempre loro accordata, e per le consolazioni loro concesse nei figli. «Poi — e qui cito la contessa Della Rocca Castiglione, che ha fatto uno studio accurato su Maria Luisa — disse come convenisse ora, che ambedue ricorressero a Lui per ottenere una grandissima grazia, cioè il ristabilimento della salute di lei, e che perciò egli aveva deciso di confessarsi e di fare la comunione quella sera stessa. La pregava di unirsi con lui, affinchè le loro orazioni salissero insieme a impetrare la grazia tanto desiderata.

«La Regina capi da queste parole come il suo stato fosse più grave che non avesse creduto; la poveretta