Pagina:Gemma Giovannini - Le donne di casa Savoia.djvu/409

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maria clotilde di borbone 337

parte. Il Piemonte invaso, mezzo lo Stato perduto, la pace urgente, essendo esausto di forze e di danaro, ecco la sua situazione. E prima la tregua, poi la pace vennero, ma a ben tristi e dure condizioni!

Bonaparte, capitano generale, e primo Console del Direttorio, era riuscito a cambiare le sorti di Francia, che oramai faceva tremare l’Europa, e mirava ad insignorirsi di tutta Italia. A questo punto la morte di Vittorio Amedeo portò sul trono Sabaudo la nostra Maria Clotilde, al fianco di quel buono, ma troppo buono, Re Carlo Emanuele IV. Egli, con l’animo ottimo aveva il corpo infermo, perchè pativa straordinariamente di nervi, e sdegnava di avere consiglieri i fratelli nel governo. Sicché si lasciò rigirare a loro piacere da Bonaparte e dal Direttorio, e venne fatta tra essi una promessa di amicizia, che dalla parte della Francia non si aveva nessuna idea di mantenere. La fortuna del generale francese era addirittura insolente; oramai gli bastava presentarsi per vincere, e ideando creare una Repubblica d’Italia, gettata la maschera, imponeva agli amici di poco fa o la cessione o la guerra. Milano, Venezia, Genova, erano già cadute, e la Francia repubblicana studiava il modo di usare le forze del Re di Sardegna in tempo di guerra, e di distruggerlo poi durante la pace, quando il mal seme delle congiure e delle sollevazioni, venuto di Francia, fece scoppiare in Piemonte la guerra civile, e altre pagine sanguinose dovè a questo punto registrare la Storia, giacché quella guerra non fu domata senza lotte.