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Pagina:Gemma Giovannini - Le donne di casa Savoia.djvu/408

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294 le donne di casa savoia

Clotilde pavida riguardava alla patria e alla famiglia sua; e quando il sanguinoso dramma fu compiuto, quando ebbe notizia della fine terribile a cui era soggiaciuto il suo infelice fratello Luigi XVI, quando nessun dubbio le rimase circa la sorte della sua diletta sorella, caduta anch’essa sul patibolo, per un momento parve soggiacere a tanto strazio! Ma in breve la forza d’animo e la rassegnazione trionfarono su di lei, che pose ogni sua cura ad alleviare il dolore dei superstiti, a soccorrere gli esuli, ed a preparare asilo ed aiuti pei fuorusciti, che dalla Francia in preda allo sfacelo si riversavano in Savoia.

Le grandi potenze, spaventate dagli avvenimenti, si unirono alla Lega italiana, con l’Austria alla testa, e la guerra alla Francia si fece generale. Ma chi può ridire i danni e i guai che da ciò ebbe il Piemonte? Il duca d’Aosta prese parte alla guerra, le principesse diedero i loro monili per sopperire alle immense spese, fecero voto di vestire umilmente, e raddoppiarono le pratiche religiose e le pubbliche preghiere. Maria Clotilde andava più che mai per le chiese, in compagnia di una sola dama, e nella reggia vestiva costantemente l’abito votivo da lei preso il giorno in cui la ghigliottina aveva sperperata la sua famiglia. E quando tornava dalla chiesa era sempre seguita da un lungo codazzo di popolo rispettoso.

La guerra divampava oramai in tutta Europa, e Vittorio Amedeo si trovava ad aver la peggio di fronte alla Francia, ove incominciava ad emergere il Bona-