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Pagina:Gemma Giovannini - Le donne di casa Savoia.djvu/407

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maria clotilde di borbone 341

Dopo alcuni anni, l’amore degli sposi fu puramente spirituale, ma per la dolcezza dei modi, i generosi sentimenti, la solidità della conversazione, oltre la tenerezza del marito, che la chiamava sua consigliera, Clotilde si era guadagnata la stima e l’affetto di tutti quelli che la circondavano, e il popolo la diceva l’angiolo tutelare del Piemonte, perchè fu detto doversi alle sue preghiere la scoperta di una trama contro la famiglia reale.

Quando poi, non essendovi discendenza dai Principi di Piemonte, Vittorio Amedeo pensò ad ammogliare il suo secondogenito, Clotilde limito d’allora la sua missione alla pietà e alla religione, ed a mantenere la pace nella famiglia, ove il malumore era sempre all’ordine del giorno, a causa della differenza di educazione, di stato e di opinioni, che regnava tra suo marito ed i fratelli.

Coi rivolgimenti politici si accentuò la discordia. Non è però mio compito, né mio intendimento ripetere qui le cause che spingevano i popoli all’irrequietezza e al malcontento, né vedere e discutere da qual parte stesse la ragione, e da quale il torto. Io narro semplicemente. La rivoluzione prendeva ogni giorno più piede in Francia, e minacciava dilagare dalle Alpi in Italia.

Vittorio Amedeo, per la posizione del suo regno, si trovava il primo esposto al pericolo, e sapeva quanto gli sarebbe stato difficile difendersi dagli assalti francesi venendo ad una rottura con la Francia. Perciò propose, e strinse al più presto, una lega con tutti i potentati italiani.