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Pagina:Gemma Giovannini - Le donne di casa Savoia.djvu/446

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376 le donne di casa savoia

onta di ciò, la famiglia, seguendo le opinioni del Re, non volle riconoscere quella unione, neppure quando Carlo Cristiano, spogliato dalla Russia del suo ducato, tornò a vivere a Dresda colla moglie e la fìgliuoletta.

Nel 1796, alla distanza di un mese e mezzo fra loro, Cristina Albertina perde prima la madre indi il padre; e rimasta orfana fu chiesto invano per lei all’Elettore che la riconoscesse come appartenente alla famiglia. Come l’Elettore, tutta la famiglia di Sassonia continuò a considerarla quale un’estranea, ad eccezione di sua zia, la principessa Elisabetta, che a dispetto dell’etichetta e di tutte le formalità della Corte, corse presso la fanciulla, appena la seppe orfana, se la prese a cuore, volle rimpiazzare presso di lei i genitori, e seco la condusse per qualche tempo nella sua villa di Sabletiz. Tranne però lei, niuno mai l’avvicinò dei suoi, mai fu invitata a Corte, mai né l’Elettore né l’Elettrice vollero vederla; così visse addirittura da privata, nel suo palazzo solitario, con un’aia ed una dama di compagnia, lontana dal concorso e dalle distrazioni di società, facendo della lettura la sua passione, e dei libri la sua compagnia e la sua delizia. Tutto ciò produsse in essa l’effetto naturale a tutti coloro che guardano le cose ed il mondo attraverso i libri, quello cioè di crearsi un mondo tutto ideale, ed in quello concentrarsi esclusivamente, con pericolo, scendendo nel reale, di non raccapezzarsi e di commettere errori madornali ad ogni passo. Ma