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maria claudina di borgogna | 53 |
era molto apprezzato e stimato fra i grandi della sua epoca. E dovè a questa rinomanza l'erezione in Ducato della sua Contea, avvenuta il 26 Febbraio del 1416, al passaggio da Chambéry di Sigismondo Re dei Romani, da lui e dalla sposa accolto con ogni magnificenza e gentilezza.
L'Imperatore e Re volle, con quella distinzione, lasciare un eterno ricordo della stima che faceva di Amedeo e della di lui famiglia, e dei grandi servizii che egli ed i suoi predecessori avevano reso all’Impero. E siccome piacevasi molto della pompa e dello splendore, egli diè a questa cerimonia un’importanza ed un impulso superiori al merito della cosa, tanto che a Chambéry accorsero genti da ogni luogo.
Amedeo diè, come abbiamo accennato, feste sontuose per ricevere il Re, ma non dimenticò gli infelici, come sempre faceva nelle sue gioie, ispirato dall’angiolo che gli sedeva a fianco sul trono. Perciò egli e la nuova Duchessa non seppero meglio celebrare il fausto avvenimento della loro elevazione, che venendo largamente in soccorso dei disgraziati abitanti di Morat, che era stata, allora allora, quasi del tutto distrutta da un incendio.
Ma anche assunta alla nuova dignità, Maria Claudina non s’inorgoglì, ne desiderò emergere mai. Presentiva forse, l’angelica creatura, il suo scopo nella vita? Presentiva che nella sua umiltà, in virtù del suo amore, era destinata a vivere eternamente nella memoria dei posteri?