Pagina:Gemme d'arti italiane - Anno I, Carpano, 1845.djvu/20

Da Wikisource.
Ma tu, Signore, ai dolorosi figli

     Un raggio almen di tua pietà lasciasti!
     Coll’immota virtù de’tuoi consigli
     Le guerre antiche del furor temprasti;
     Tu, sui campi di sangue ancor vermigli,
     I popoli al tuo piè cader mirasti;
     E al tuo trono salì l’inno novello
     È il fratel che perdona al suo fratello. —
Appar la luce della casta aurora
     Nell’azzurro de’cieli interminato;
     Un roseo vel diffondesi e vapora
     Soavemente acceso e digradato;
     Ed i palmeti di Seïr colora
     Del tiepido orïente il novo fiato
     Già l’aer bruno in faccia al sol vanío
     Come un incenso che s’innalzi a Dio.
Ed alla prima ora del dì, nel piano
     Della terra d’Edóm, scendeano a lento
     Ordine in riva dell’umìl Giordano
     Di Giacobbe i pastor col vario armento.
     Davan le spalle a’monti ed al lontano
     Di Manahïm silvestre accampamento;
     Ove al primo apparir del dì sereno
     Gli angioli del Signore a lor veniéno.
Giacobbe, il benedetto pellegrino,
     Solo e pensoso dietro a’suoi discende
     E rimembrando va lungo il cammino
     Gli anni passati e di Labán le tende;
     E la voce di Dio che il gran destino
     A lui promise, e a ritornar gli apprende
     Per quella via che nella patria guida,

     Ove il fratello di placar confida.