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d’una signorina per bene | 109 |
non inuggirmi, di non offendermi con il suo ardire tutt’altro che da gentiluomo!
S’inchinò dinanzi a la signora Marri, salutò Olga e sali con passo svelto per a la volta di Pruneto.
Aveva le mani fredde, le correvano dei brividi lungo il dorso, il cuore le batteva fino a la fontanella della gola; un fremito acre le serpeggiava nel sangue.
«Stupido... vigliacco! — badava a mormorare fra sè e sè. — Mi ha creduta così volgare di accettare i suoi omaggi ora che sono povera!... ha approfittato di questo momento doloroso per perseguitarmi con la sua insistenza, forse per compromettermi!.. Antipatico! — disse forte a gli ultimi bagliori del giorno, che andava morendo in un languore di luce, fra il zizzìo degli insetti, l’ultimo pigolare degli uccelli appollaiati, il lontano scroscio dell’onda, i mille profumi!
Arrivò a la fattoria ansimante e stravolta.
A l’accoglienza festosa degli affittaiuoli, a le premurose sollecitudini di Adele e Bortolo, rispose dando nel pianto; un pianto convulso, tutto singhiozzi e lagrimoni abbondanti; da bambina.