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d’una signorina per bene | 111 |
raggranellata a forza di economia e di attività, perfino l’avvenire dell’unica figliuola! Il suo avvenire!... Certo non sarebbe stato ora quello dell’ereditiera!... Di questo era sicura. Glielo aveva detto la ritirata prudente dell’ufficiale di artiglieria; glielo aveva mostrato la condotta dello Svarzi, lo sfacciato che la perseguitava apertamente della sua volgare passione, adesso che la sapeva povera e senza difesa.
Il vento soffiava l’acqua a sbuffi verso la casa; la pioggia spruzzava in volto a la fanciulla, che non si muoveva, perduta in un obblio di pensieri.
Quel giorno aveva ricevuto due lettere; una della sorella del povero Cecchino, che le annunciava la sua vestizione con parole di commovente riconoscenza; l’altra di Lena, la quale le rispondeva piangendo con lei e confortandola nello stesso tempo a sopportare con dignitosa forza la sventura, a nobilmente rassegnarsi al volere di Dio. Certo la ruina del padre le doveva recare preoccupazione e schianti d’ogni maniera, poi che ella era una ottima figliuola che amava il suo papà e non poteva a meno di soffrire delle sue sofferenze. Oh le sofferenze dovevano, pur troppo, seguire