Pagina:Gentile - Romanzo d'una signorina per bene, Milano, Carrara, 1897.djvu/123

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d’una signorina per bene 113

presto la vita di continuo delirio che ora lo traeva a sicuro precipizio, il povero uomo!.. Ma lei, Lucia, era al sicuro della povertà; ella sapeva e voleva assicurarla. Quella casetta lì della spiaggia, la fattoria di Pruneto e un’altra più lontana, erano roba sua, che le veniva di sua madre e che nessuno avrebbe potuto toccare.

Certo non era la ricchezza; ma era la vita sicura; era un’agiatezza modesta.

«Se al papà mancherà il pane, io lo potrò soccorrere! — pensò ricordando le parole della lettera. — Starà qui con me; finirà nella quiete!

La dolce prospettiva le fu offuscata dinanzi dalla bellissima, altera figura della signora Rabbi, che le si rizzò nel pensiero. «E lei?... e sua moglie?.. la matrigna?...

Sorrise figurandosi quella signora, usa a la ricchezza, a lo sfarzo, lì nella casetta modesta, darsi attorno per le faccenduole domestiche. Fissò gli occhi verso l’orizzonte, dove ormai le nuvole diafane e a strappi scoprivano qualche lembo di azzurro, e disse scuotendo il capo: «La signora Rabbi qui a far vita ritirata, a far vita da borghesuccia economa!...