Pagina:Gentile - Romanzo d'una signorina per bene, Milano, Carrara, 1897.djvu/127

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d’una signorina per bene 117

stanco dell’onda morta su la ghiaia, erano i soli suoni che rompessero il silenzio di quell’ora, in quel luogo.

I bagnanti quel giorno, come succedeva sempre nei dì di cattivo tempo che l’acqua era fredda e non si potevano far bagni, dovevano essere raccolti nei salotti dello stabilimento, a leggere, conversare, flirteggiare, far musica e magari quattro salti. A passeggiare non c’era pericolo che uscissero in quell’ora calda, con il suolo bagnato che i piedi si infangavano e bisognava camminare sollevando le sottane da terra.

Nella sicurezza di non incontrare nessuno, Lucia tirava via spigliata, lieta di trovarsi sola, di non essere seccata nella solitudine cara, necessaria al suo stato d’animo.

Davanti a la chiesa, il viottolo si apriva in una piazzetta folta di piante da cui pioveva la luce d’oro riempiendo il suolo ombreggiato, di allegre macchie tremolanti.

Presso il tronco d’una pianta, un fanciullo sgambucciato, vestito solo d’un paio di calzoncini e d’una camicia greggia, dormiva boccone, con la testa poggiata su le braccia incrociate.