Pagina:Gentile - Romanzo d'una signorina per bene, Milano, Carrara, 1897.djvu/131

Da Wikisource.

d’una signorina per bene 121

mai rivolgergli nè una parola, nè uno sguardo, camminava frettolosa verso casa.

Vi si trovò repentinamente di fronte dopo una brusca scantonata, ed ebbe a trasalire vedendo ritto su la porta, insieme con Bortolo e Adele, l’ingegnere Del Pozzo.

Un violento sussulto le fece tremare il cuore in petto leggendo subito negli occhi chiari dell’ingegnere una disgustosa sorpresa.

«Signorina! — disse l’ingegnere con voce un po’ velata, inchinandosele dinanzi con il cappello in mano. — Sua zia mi manda qui per parlarle di affari!... Se ha la cortesia di ricevermi, mi sbrigherò presto. Devo tosto ripartire per Milano.

Disse senza badare allo Svarzi, come non fosse stato lì. Lasciò passare la fanciulla, che entrò in casa tutta pallida e agitatissima, e la seguì.

Nel salottino, aperto su ’l terrazzo al grandioso spettacolo del mare immenso, a la luce splendida, a l’aria profumata, seduti l’uno di fronte all’altra, Lucia con l’anima sconvolta da avvilimento e dolore, ascoltò per un quarto d’ora e più il conte Anton Mario Del Pozzo, che dignitosamente, freddamente, per incarico della signora Marta, la metteva al corrente degli affari della casa.