Pagina:Gentile - Romanzo d'una signorina per bene, Milano, Carrara, 1897.djvu/146

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d’una signorina per bene 135

La notte era chiara, che ci si vedeva come di pieno giorno; le alte scogliere che stavano ai lati della casetta, fantastiche nel bagliore, si sarebbero dette immani mostri accucciati nell’onda. Il mare appena agitato dalle onde morte, pareva dormisse sotto le stelle. Nell’aria della notte limpida, si spandevano acutamente gli odori forti delle alghe, i soavi profumi delle gaggie, dei gelsomini, e magnolie e reseda.

Lucia si abbandonò al piacere di respirare liberamente l’aria profumata. Il riposo dello spettacolo che le si spiegava dinanzi, la calmò come un bagno fresco. L’agitazione silenziosa delle bestie che si svegliano durante la notte nascondendo al sole la loro oscura esistenza, le accarezzava l’orecchio di rumori indistinti.

Nel molle bagliore della notte, Lucia sentì corrersi nel sangue fremiti di speranza e di fiducia come se una affinità misteriosa l’unisse a quella poesia vivente.

Rimase a fantasticare senza saperlo, finchè l’aria si fece frizzante e fu costretta a chiudere i vetri ed a cacciarsi sotto le coltri.

Dormì poco. Verso oriente, l’orizzonte impalli-