Pagina:Gentile - Romanzo d'una signorina per bene, Milano, Carrara, 1897.djvu/19

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d’una signorina per bene 11

tue scolare ti amano; che le maestre e la direttrice ti tengono in quel conto che meriti. Me lo scriverai?... Me la dirai la verità?... poi che per non affliggermi, saresti capace di farmi vedere lucciole per lanterne, tu!...

Qui le serate sono lunghe eterne. Il papà, subito dopo pranzo, va fuori, e non torna che tardissimo; mai prima delle due. La zia discorre con le sorelle Zolli, che sono venute ad abitare il villino vicino al nostro; e tu sai che sorta di conversazione esilarante sia quella!... Io leggo, vado in giardino, adesso che l’aria è tiepida, e mi intrattengo con Wise. Se no, faccio un po’ di musica, per me sola. La maggiore parte delle volte però mi ritiro alle ore ventuna e finisco la serata in camera.

Di rado capita in casa qualche impiegato della fabbrica; di rarissimo l’ingegnere Del Pozzo, il Conte Anton Mario Del Pozzo si degna di varcare la soglia del nostro salotto di parvenus. Ma si capisce lontano un miglio che lo fa per dovere; pare su le spine; dice cose insulse risguardanti il tempo, il caldo, il freddo e se ne va dopo una visita brevissima.

La zia dice che è un giovine simpatico; un