Pagina:Gentile - Romanzo d'una signorina per bene, Milano, Carrara, 1897.djvu/22

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14 il romanzo

In breve la fabbrica ebbe inghiottita tutta quella gente, e per la via deserta, di quella parte di città tuttora spopolata, tornò il silenzio.

Lucia, sempre dietro le gelosie socchiuse, voleva persuadersi che fosse interessante lo spettacolo della via polverosa battuta dal sole abbagliante e che i rari passeri che volavano dalle piante del giardino a beccuzzare le briciole sparse su l’acciottolato, fossero meritevoli di particolare attenzione.

Ma l’interesse e l’attenzione furono tosto assorbiti da una persona che si andava avvicinando; la persona dell’ingegnere Del Pozzo, il Conte Anton Mario Del Pozzo, l’orgoglioso che quando favoriva in casa aveva l’aria di degnarsi.

Era un bel giovine il Conte Del Pozzo; alto, diritto, bruno pallido, con i capelli neri a spazzola, i baffi arricciati in punta.

Il babbo di Lucia lo stimava assai; gli operai dello stabilimento gli volevano bene e l’obbedivano come altrettanti agnelli. Tutti lo portavano ai sette cieli.

«Credo ch’egli sia dotato d’un certo fascino! — pensava Lucia — E il fascino ha da essere tutto ne’ suoi occhi strani!