Pagina:Gentile - Romanzo d'una signorina per bene, Milano, Carrara, 1897.djvu/47

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d’una signorina per bene 37

Ma Lucia non aveva voluto; la delicatezza che le aveva suggerito di vestire modestamente, la faceva rifuggire da ogni apparenza di lusso. Recare soccorso e conforto al povero, in toeletta sfoggiata e in carrozza, le sarebbe sembrato brutto, meschino, quasi vile.

Il sole abbagliante indorava il parco dalle piante tutt’ora in arbusto; senz’ombra.

Su l’erba de’ prati, le prime farfalle volavano in avida ricerca dei fiori.

I passeri, gli usignuoli, qualche cincia, volavano da una pianta a l’altra, in gran faccende per la costruzione del nido; da un boschetto veniva il gorgheggio della capinera; ogni tanto un volo di rondini segnava una mobile striscia nera nell’aria d’oro e un garrito prolungato diceva la gioia del ritorno.

Lucia e Adele, con l’ombrellino aperto, trotterellavano via svelte e leggiere chiacchierando con la confidenza benevola e rispettosamente affettuosa, che sempre è fra una padroncina buona e giusta, e una domestica riconoscente e affezionata.

Adele diceva della sospettosa sorveglianza, dei rimproveri, dalle continue stoccate della signora Marta, che pareva si imbattesse nel diavolo ogni