Pagina:Gentile - Romanzo d'una signorina per bene, Milano, Carrara, 1897.djvu/94

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d’una signorina per bene 83

Lucia non avrebbe voluto per certo imitare e nè pure invidiò. Si era più tosto sentita sconvolta e dal lusso sfacciato e dalle arie della signora, che pareva una regina su ’l trono, e si sarebbe detto, volesse onorare d’un sorriso, far andare in solluchero con una parola.

Zia Marta, del numero delle persone che sono facilmente afferrate nelle spire della brillante superficialità altrui e più vi sono strette serrate dentro e più sono liete, fu subito acciecata e conquistata dal fare della signora Rabbi.

Ma Lucia invece si sentì irrigidire in una diffidenza inesplicabile, e, fu correttissima, ma fredda. Così che suo padre ebbe più d’una volta a saettarla degli occhi per tenerla su l’avviso e imporle la sua volontà.

Oh non c’era bisogno che egli imponesse la propria volontà a la povera fanciulla!.. Ella obbediva e avrebbe sempre ubbedito suo padre. Ma se qualche volta la serrava a la gola un nodo amaro, bisognava compatirla, bisognava!.. Se davanti a quella signora così bella e in mezzo al fasto, ella pensava a la sua povera mamma, modesta, semplice, dal sorriso soave e la parola mite