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d’una signorina per bene 87

In quei preparativi, Lucia non poteva difendersi da un senso di tristezza. A la spiaggia, nella casetta piena per lei di ricordi, dove aveva passate tante belle stagioni con la mamma, nella semplicità così cara a la poveretta, ella vi andava volentieri. Lo lasciava volentieri il villino, nel quale erano già cominciati i cambiamenti, i miglioramenti; che già aveva aperta le porte a sfoggio nuovo, come se il vecchio non fosse bastato. Si sentiva quasi obbligata a togliersi di lì; sentiva l’impazienza di suo padre, che con bei ragionamenti persuasivi, era riuscito a farle anticipare la partenza di qualche giorno. Le pareva quasi di essere scacciata!

Giù nel salotto erano visite. Le sorelle Zolli, il signor Svarzi e altri.

Lucia stava per scrivere un biglietto di saluto a la sorella del povero Cecchino, già in convento, quando venne Bortolo a pregarla in nome della zia, che scendesse. Gli amici desideravano salutarla.

Ubbidì a malincuore. Sarebbe stata più volentieri lì a scrivere il suo biglietto.

Entrò in salotto con aria abbattuta, il volto pallido. Ma ebbe tosto ad arrossire incontrando