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345O dietro a’ monti, o di frapposto fiume
Oltre le rive, o ne le chiuse stalle
Separati a mangiar; poichè la vista
De le consorti accende in loro e nutre
Un lento foco che li strugge e snerva,
350Dei pascoli svogliandoli e dei boschi.
E avvien sovente che di loro alcuna
Co le dolci lusinghe istighi e mova
I gelosi a pugnar superbi amanti.
Stassi nel bosco, e dei rivali in vista
355Pascendo la bellissima giovenca.
Essi abbassando le nemiche fronti
Movonsi incontro, e con feroce assalto
Le corna incrocicchiando urtansi, e i colpi
Alternano e le piaghe; il nero sangue
360Dal collo gronda e da le spalle, e geme
A le percosse ed ai muggiti il bosco.
Nè accordo, o pace è più tra lor, nè albergo
Han più comune insiem; esule il vinto
Sen va lontano in solitarie spiagge
365Le sue ferite a piangere, e il suo scorno,
E la vittoria del rival superbo,
E i suoi perduti e invendicati amori.
E rivolgendo nel partir lo sguardo
A i pascoli e a le stalle, i cari lidi,
370Dove ei nacque e regnò, mesto abbandona.