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Nebbia sottil che di tappeto erboso
Verdeggia ognora, nè giammai di scabra
Ruggine offende il vomero che il solca,
Si presterà, se coltivando il provi,
345A qual uso vorrai: facile a gli olmi
E a le viti ei sarà, di pingui ulivi
Lieto e fecondo, e a pascere la greggia
Del par disposto, ed a soffrir l’aratro.
Tai son di Capua i ricchi campi, e tali
350Quei vicini al Vesevo, e quei che il Clanio
Bagna, inondando la deserta Acerra.

     Or io t’insegnerò, come si possa
Ogni terren conoscere, se denso
Oltre il dovere, e raro ei sia, che il primo
355Ama Cerere più, Bacco il secondo.
Dunque nel campo ch’esplorar vorrai,
Scelto il luogo opportun, fa che si scavi
Profondo pozzo, e la sommossa terra
Ch’estratta avrai, rimettere di nuovo
360Nel fondo stesso, ed uguagliar tu déi
Calcandola co i piè; se sotto gli orli
S’abbassa, e manca non empiendo il vuoto,
Rara e leggera al pascolo e a le viti
Meglio acconcia sarà; ma se dal pieno
365Pozzo compressa sopravanza, e tutta