Pagina:Gerusalemme liberata I.djvu/216

Da Wikisource.
192 LA GERUSALEMME

XCVIII.


     Vede or che sotto il militar sembiante
Ir tra fieri nemici è gran follia:
Nè d’altra parte palesarsi, innante
780Ch’al suo signor giungesse, altrui vorria.
A lui secreta ed improvvisa amante
Con sicura onestà giunger desia.
Onde si ferma, e da miglior pensiero
784Fatta più cauta, parla al suo scudiero:

XCIX.


     Essere, o mio fedele, a te conviene
Mio precursor; ma sii pronto e sagace.
Vattene al campo, e fa’ ch’alcun ti mene
788E t’introduca ove Tancredi giace:
A cui dirai, che donna a lui ne viene
Che gli apporta salute, e chiede pace:
Pace, posciach’Amor guerra mi move,
792Ond’ei salute, io refrigerio trove.

C.


     E ch’essa ha in lui sì certa e viva fede,
Che ’n suo poter non teme onta nè scorno.
Dì sol questo a lui solo; e s’altro ei chiede,
796Dì non saperlo, e affretta il tuo ritorno.
Io (chè questa mi par sicura sede)
In questo mezzo quì farò soggiorno.
Così disse la donna: e quel leale
800Gía veloce così, come avesse ale.