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Pagina:Gerusalemme liberata I.djvu/62

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46 LA GERUSALEMME

XXXVIII.


     Mentre sono in tal rischio, ecco un guerriero
(Chè tal parea) d’alta sembianza, e degna:
E mostra d’arme, e d’abito straniero,
300Che di lontan, peregrinando, vegna.
La tigre che sull’elmo ha per cimiero,
Tutti gli occhj a se trae; famosa insegna,
Insegna usata da Clorinda in guerra,
304Onde la credon lei, nè ’l creder erra.

XXXIX.


     Costei gl’ingegni femminili, e gli usi
Tutti sprezzò sin dall’età più acerba:
Ai lavori d’Aracne, all’ago, ai fusi
308Inchinar non degnò la man superba:
Fuggì gli abiti molli, e i lochi chiusi;
Chè ne’ campi onestate anco si serba:
Armò d’orgoglio il volto, e si compiacque
312Rigido farlo, e pur rigido piacque.

XL.


     Tenera ancor, con pargoletta destra
Strinse, e lentò d’un corridore il morso:
Trattò l’asta e la spada, ed in palestra
316Indurò i membri, ed allenogli al corso:
Poscia o per via montana, o per silvestra,
L’orme seguì di fier leone e d’orso:
Seguì le guerre, e in esse e fra le selve,
320Fera agli uomini parve, uomo alle belve.