Pagina:Gerusalemme liberata II.djvu/117

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CANTO DECIMOQUARTO. 99

XI.


     Così l’un disse; e l’altro in giuso i lumi
Volse, quasi sdegnando, e ne sorrise;
Chè vide un punto sol, mar, terre, e fiumi,
84Che quì pajon distinti in tante guise:
Ed ammirò che pur all’ombre, ai fumi,
La nostra folle umanità s’affise,
Servo imperio cercando, e muta fama:
88Nè miri il Ciel che a se n’invita e chiama.

XII.


     Onde rispose: poiche Dio non piace
Del mio carcer terreno anco disciorme;
Prego che del cammin ch’è men fallace
92Fra gli errori del mondo or tu m’informe.
È, replicogli Ugon, la via verace
Questa che tieni: ondi non torcer l’orme.
Sol che richiami dal lontano esiglio
96Il figliuol di Bertoldo, io ti consiglio.

XIII.


     Perchè se l’alta provvidenza elesse
Te dell’impresa sommo Capitano;
Destinò insieme ch’egli esser dovesse
100De’ tuoi consiglj esecutor soprano.
A te le prime parti, a lui concesse
Son le seconde: tu sei capo, ei mano
Di questo campo: e sostener sua vece
104Altrui non puote, e farlo a te non lece.