Pagina:Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu/110

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— E l’idea era troppo logica perché io non mi affrettassi a realizzarla; io, che da tanti anni non vagheggiava che una sola speranza al mondo!... Prima di tentare la prova nell’animale ragionevole, feci parecchie esperienze sui bruti, le quali riuscirono a meraviglia. Nell’anno 1945 non restandomi più alcun dubbio sul risultato delle mie operazioni, presi in alloggio una villa a poca distanza da Lima, e quivi, col soccorso di pochi amici e la benedizione di Dio, produssi per la prima volta il grande fenomeno dell’uomo alato. Due gentili bambini, che oggi amo con cuore di padre, sottoposero le tenere membra al ferro incisore... Le lacrime ch’essi versarono in quel giorno doveano essere compensate ad usura dal benefizio della libertà. Incisi le tenere carni all’estremità della scapola, v’innestai prontamente le ali ancora palpitanti di una colomba... Chiusi la cicatrice con cera vergine ed aromi glutinosi. I due bimbi, nutriti di sughi animatori, per tre giorni rimasero in fasce... Nel quarto giorno, al levarsi dei lini, io vidi le ali agitarsi di novella vitalità... Il ramo innestato non poteva deperire... Le due piccole creature, che mi stavano dinanzi, avevano le forme dell’angelo immaginato dai cristiani.

Il tuono di una cannonata interruppe la conversazione di Fourrier. — Era il primo segnale della pioggia. — Due minuti ancora, e le valvole della gran macchina dovevano aprirsi...

Tutti quanti si levarono per uscire dalla sala. Fourrier, dando il braccio a Raspail e seguito dai colleghi, si condusse sulla porta di occidente, proseguendo a narrare la sua istoria...

I quattro scienziati, affacciandosi alla grande apertura che dominava la piazza del Duomo, ristettero meravigliati.

Il terreno, i balconi, le muraglie, i tetti e gli orti