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Pagina:Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu/232

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Virey, nonchè i tetri e complicati episodii a cui abbiamo assistito, ci avvertono che, malgrado l’apparente benessere dell’Europa, gli individui vi si muovono a disagio e non paiono troppo soddisfatti dell’ordinamento politico e sociale che li regge. — Vi è un motto che sempre fu mormorato dalle masse all’indomani di ogni conquista, di ogni progresso liberale: si stava meglio quando si stava peggio. Dovremo noi meravigliarci se l’assurda querimonia si va tuttavia ripetendo in un’epoca, nella quale si veggono realizzate le più audaci utopie dei secoli precedenti?... La natura dell’uomo non si muta e il moto delle aspirazioni è infinito.

Fatto è che il Governo della Unione (come tutti i governi che furono e che saranno) ha per base... un vulcano.

Duecento sessanta quattro Comuni, oltre quello di Milano, sono chiamati a nominare il loro Capo e rappresentante. Il fervore, l’agitazione, l’entusiasmo degli elettori, nonchè l’apparato delle macchine e la complicazione delle manovre dimostrano la straordinaria importanza della lotta.

Non dipartiamoci dalla città che fu il teatro degli avvenimenti fin qui riferiti. Lo spettacolo che oggi vorrà offrirci Milano non sarà molto dissimile da quello che potremmo scorgere altrove.

Come ho detto, la giornata è abbellita da uno splendido sole. Gli Apparatori pubblici hanno allentati i velarli riparatori e l’estate di S. Martino penetra allegramente nelle vie a cacciarne le poco salubri esalazioni delle stufe.

Dai balconi e dalle finestre svolazzano bandiere e girandole di mille colori, e al suono delle fanfare a migliaia i subalterni di ogni classe sì spandono nella città per affiggere i proclami di concorso.