Pagina:Ghislanzoni - Racconti politici, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/209

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te auretta intorno al capo il giorno in cui potremo dire: il Bartolami, quell'uomo degno, quell'uomo grande, ha ottenuto la gloriosa corona che gli spettava — e ciò — perdonate un leggiero fremito di orgoglio che è della umana natura! — e ciò — se non in tutto... almeno in parte.. fu opera nostra!

Rodolfo Barcheggia aveva parlato con tal enfasi, che i suoi denti sodi e compatti avevano più volte oscillato sotto la vibrazione delle consonanti.

L'effetto ch'egli produsse fu immediato, e, affrettiamoci a dirlo, superiore ad ogni aspettativa.

Il Bartolami sudava e piangeva.

Si provò a parlare — ma la voce gli venne meno.

Si levò in piedi, strinse la mano al giovine; e appena fa in grado di articolare qualche parola:

— Noi... non saremo ingrati... — gli disse — se arriveremo... dove dobbiamo arrivare... Frattanto vi prendo al mio servizio... Voi sarete il primo... e forse l'unico collaboratore della Ceralacca... Siate moderato nelle pretese... Fatemi il preventivo... Io debbo uscire per affari d'interesse.... e tornerò fra un paio d'ore.... Intendetevi con Clementina — quello che farete sarà per ben fatto!

Il Bartolami strinse nuovamente la mano del giovine, e poi, dopo aver salutata la moglie con un'occhiata significante, uscì dalla sala più tronfio che mai.

Il buon uomo si sentiva ministro.


VI.

— Ebbene!

Questa parola fu esclamata da Clementina con eloquentissimo accento.

— Egli ha detto di fare un preventivo! rispose Rodolfo sorridendo.

Il giovine stese la mano, e Clementina si slanciò nelle sue braccia.

Noi non amiamo intrattenerci su tali episodii amorosi — sono troppo comuni, e i nostri lettori di venti o trent'anni potrebbero darci lezione nel crearli non meno che nel descrive