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Volete la chiave dell'enigma? — Gingillino si appropria la paternità di tutti gli articoli, di tutti i racconti, di tutte le poesie che vengono in luce senza nome. — È carità, non è vero? — Poichè Gingillino figura nell'elenco dei collaboratori, qual meraviglia che sieno di sua fattura tutte le composizioni anonime che si leggono nel giornale?
Quand'uno loda una poesia, una novella uscita senza nome di autore, Gingillino sorride, abbassa gli occhi, prende un'aria modesta, un fare imbarazzato, come temesse... Che cosa? È troppo trasparente quella modestia...
— Ah! siete voi, signor Gingillino, siete proprio voi l'autore di quella gemma letteraria?... L'avrei indovinato dallo stile, — Inezie! ma... io... — Che serve?... palesatevi francamente. — Ma vi dico.... e d'altronde non c'è poi tanto merito... — Ed ecco di qual modo Gingillino, senza sdruscirsi il cervello, senza consumo di inchiostro e di carta, è riuscito a farsi credere un letterato. Il papà gli scrive molto spesso dalla provincia: «ho veduto il tuo nome anche nel nuovo programma... Bada, figliol mio, di non affaticarti troppo... Va bene la gloria, ma la salute innanzi tutto.»
Largo al factotum dei giornali illustrati! Un mostro di attività — una enciclopedia ambulante — scrive otto articoli il giorno ad argomento fisso!... — Presto! Lo Streppa è arrivato... Mettiamogli dinanzi un disegno, un paesaggio, un ritratto, una figura qualunque. Un giorno lo Streppa aveva in prospettiva sul suo tavolo un Serpente boa, una Lola Montes, le Cataratte del Niagara e la Presa di S. Giovanni d'Acri. Quei disegni reclamavano ciascuno il loro articolo — quegli articoli dovevano essere compiuti e mandati all'Uffizio di Redazione in capo ad un'ora. — Credete voi che il nostro atleta si sgomentasse? Voi non conoscete il suo metodo. Lo Streppa è vecchio del mestiere e può disporre di un ricco e svariato repertorio di articoli proprii ed altrui.
Cinque anni, dieci anni sono, lo Streppa ha scritto un articolo sul Serpente a sonagli; orben