Pagina:Ghislanzoni - Racconti politici, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/36

Da Wikisource.

mirazione! esclamò il giovane con accento vibrato — essi hanno attraversato il mare e sono venuti ad offrire il loro braccio all'Italia, a far arrossire quei pochi italiani che, giovani com'essi e vigorosi, rimangono qui a poltrire nell'ozio e ad almanaccare sui dispacci dell'Agenzia Stefani!

Il signor De Mauro fissò nel giovane due occhi quasi atterriti. L'enfasi di quelle parole gli avevano rivelato ciò che egli da parecchie settimane tremava sempre di dover intendere. La buona Serafina intervenne fra padre e figlio.

— Oh! sicuro... Edoardo ha ragione... Li ho veduti anch'io quei bravi giovani... l'altro ieri... quando sono arrivati... Non è poco sacrifizio... venire da paesi così lontani e dicono... a loro spesa... per combattere contro i tedeschi... e sarebbe proprio vergogna se i nostri...

— Non c'è questo pericolo, mamma — riprese Edoardo con accento più mite — quest'oggi, anche dei nostri ne partivano più di due mila... e altrettanti ne partirebbero domani, se il Governo non avesse creduto bene di sospendere gli arruolamenti per la esuberanza degli accorsi... Ma quanto prima... dicono il cinque giugno... si ricomincerà da capo...

— E tutti quelli — riprese la signora Serafina — tutti quelli che amano la patria, e che sono abbastanza robusti da poter resistere alle dure fatiche del campo... faranno senza dubbio il loro dovere!...

— E lo faremo tutti, il nostro dovere! — esclamò il signor De Mauro con una voce che indicava il proposito di conciliarsi la benevolenza e l'ammirazione di suo figlio. — Noi abbiamo già dato cinquecento lire per le famiglie povere dei contingenti — d'altre cento lire ho disposto per quelli fra i nostri giovani di studio che sono partiti per il campo e saranno per ritornarne colla medaglia del valore militare — Se tu credi, Edoardo — sentiamo un poco il tuo parere — sai... del denaro non ce ne manca... è roba tua... e puoi farne liberamente quell'uso che credi migliore... Dobbiamo stabilire una piccola rendita vitalizia a tutte le vedove e le madri dei nostri coloni, le quali avessero a