Pagina:Ghislanzoni - Racconti politici, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/50

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e... obbedire e apporre la mia firma! Come i tempi sono cambiati...! Una volta, il figlio di un mercante non avrebbe nemmeno osato levare lo sguardo sulla figlia di un nostro pari... quand'anche... Ma adesso!... Viva la costituzione!... Viva la libertà!... Viva la democrazia!... Ah! ci vorrebbe, per farla compiuta, anche un poco di repubblica...

Enrichetta, senza badare alle querimonie di suo padre, che erano il ritornello quotidiano, si avviava per uscire dal salotto — quando il marchese, ingrossando la voce in segno di collera — Ebbene — domandò — cosa si ha da rispondere a quei signori? È ella disposta, la signora marchesina Contareno, a mettersi a tavola domani colla ditta Mauro e compagni?... Sentiamo!

— Io sono fidanzata al signor Edoardo da oltre cinque mesi — rispose la fanciulla — ecco la sola risposta che io possa darvi. Del resto fate voi!

Il marchese, appena uscita la fanciulla, si accostò allo scrittoio, e sopra un biglietto di visita segnò le seguenti parole:

«Tanto io che mia figlia Enrichetta aderiamo al vostro cortese invito, e domani, all'ora indicata, saremo da voi.»

— Ad ogni modo, non è un cattivo affare — borbottò il marchese deponendo la penna — mia figlia è una testa positiva.... essa tende alla aristocrazia dei milioni!


X.

Non diremo ciò che avvenisse nelle due famiglie De Mauro e Contareno nel seguito di quella giornata fino alle ore cinque pomeridiane del giorno appresso. Oggimai i nostri lettori conoscono abbastanza i singoli personaggi di questa istoria per indovinare dal loro carattere certi episodii di nessun conto che sarebbe superfluo riferire. — Alle ore cinque pomeridiane la carrozza del marchese Contareno entrò nel palazzo del signor De Mauro. Il ricco industriale discese nel cortile, porse il braccio al marchese per aiuta