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consta, non fu ancora fatta, e perciò non posso asserire se contiene elementi velenosi o meno: però visto che da molti si mangia impunemente e che dagli autori fu finora considerato esculento senza menomamente indicarlo sospetto o pericoloso in qualche circostanza, ritengo che i casi di avvelenamento indicati più sopra debbano attribuirsi a formazioni tomainiche prodotte dal principio di decomposizione del fungo, il quale incomincia a dissolversi in un lattice nero ancora prima del completo sviluppo. Deve essere quindi facile riscontrare nello stesso traccio dei veleni delle sostanze putrefatte, che appartengono appunto alla tomaina, dalla quale dipendono certamente i sintomi di avvelenamento riscontrati nelle persone che se ne cibarono senza dubbio quando era già subentrato un inizio di putrefazione.

Tutto considerato però, è da sconsigliarsi affatto l’uso di questo fungo per la difficoltà di conservarlo anche per breve tempo senza che entri in dissoluzione.

f 277 Spiegazione delle figure: a Gruppo di due individui in vario grado di sviluppo, b Individuo sezionato a cui fu tagliata la parte inferiore del gambo, c Basidii. d Spore.

Genere Gomphidius.

Funghi carnosi con cappello e gambo, senza anello e volva; gambo munito alla sommità d’un velo fioccoso-viscoso da sembrare un anello; tessuto del gambo contiguo a quello del cappello; lamelle mucilaginose, di colore fuligginoso, scorrenti sul gambo; spore a mandorla, molto allungate, liscie, di color ombrino.

Gomphidius viscidus Linn. — Tav. LVIII.

Ital. Chiodello. Volg. Ciodo, ciodeto, ciodeti. Franc. Grosclou-rouge. Ted. Klebiger Blätterschwamm.

Ha cappello da ovato conico-convesso, indi piano-umbonato, coi margini nel fungo giovane involti verso le lamelle e coperti da un velo filamentoso che li unisce al gambo, leggermente viscoso a tempo umido, glabiro, liscio, di colore quadrello scuro, con tinta sovente rosso-vinata e poi macchiato di nero, in età tutto color terra d’ombra; lamelle assai distanti, scorrenti sul gambo,