Pagina:Giambelli - Il ragionamento della dotta ignoranza, 1591.djvu/8

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mio; e molti ancora per procacciarsi l’altrui benivolenza. Ma io non posso con sì poca servitù sodisfar’ all’obligo infinito che son tenuto a V.S Reverendissima. E spero, che questa fatica non havrà bisogno d’alcuna difesa; percioche il Savio non sà dir mal d’alcuno, e lo sciocco non vien creduto. Poi sono così grandi i meriti della sua patria, della casa, della famiglia, e di lei ancora, che ben sono degni, che da più dotta mano, e da più purgato inchiostro a tutti sieno fatti palesi. Et parmi essere certo che questa opera mia non meriti alcun premio; nè dee in alcun modo esser guiderdonata, come quella, ch’è spogliata di dottrina, e di leggiadro stile; tutte cose convenienti a una lodevole, e pregiata composizione. Vengo dunque co’l cuore, e con la penna à consacrar’ al nome glorioso di V. S. Molto Illustre questo mio ragionamento della dotta ignoranza, per ricordarle solo, ch’io di continovo mi rammento, e non mai mi scorderò, come le sono sommamente obligato; poscia che grandi sono i favori, che m’ha fatto, e singolari le gratie, che m’ha concesso. Però non sie alcuno, che


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