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ne la vittoria dubbiosa. La riputazione, e la persona di Severo per pochi momenti sembrarono irreparabilmente perdute, finchè questo Principe guerriero, raccolte le sue truppe impaurite, le ricondusse a una decisiva vittoria1. Quel memorabil giorno vide terminata la guerra.

Le discordie civili dell’Europa moderna sono state contraddistinte non solamente dalla fiera animosità, ma ancora dalla ostinata perseveranza delle fazioni nemiche. Esse sono state generalmente giustificate per qualche principio, o almeno colorite con qualche pretesto di religione, di libertà, o di dovere. I capi erano nobili, potenti per independente proprietà e per ereditaria influenza. I soldati combattevano come uomini interessati nella decisione della lite, e siccome lo spirito militare, e lo zelo di partito erano vivamente diffusi in tutta l’intera società, un vinto Generale veniva immediatamente soccorso da nuovi aderenti, ansiosi di spargere il loro sangue nella causa medesima. Ma i Romani, dopo la caduta della Repubblica, non combattevano che per la scelta di un padrone; l’insegna di un pretendente popolare al trono era seguita da pochi per affetto, da alcuni per timore, da molti per interesse, da niuno per principio. Le legioni, non accese da amore di parte, erano tratte alla guerra civile da liberali donativi, e da ancor più liberali promesse. Una disfatta, togliendo al Generale i mezzi di soddisfare al suo impegno, scioglieva i suoi mercenarj soldati dal

  1. Dione l. 1XXV p. 1261. Erodiano l. 1II p. 110. Stor.Aug. p. 68. La battaglia seguì nella pianura di Trevoux a tre o quattro leghe da Lione. Vedi Tillemont tom. III p. 406. Nota 18.