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306 storia della decadenza

be intempestivamente interrotta la serie più importante delle domestiche risoluzioni) noi riferiremo soltanto le replicate calamità delle due grandi città Seleucia e Ctesifonte.

Seleucia, situata sulla riva occidentale del Tigri, quasi quarantacinque miglia a settentrione dell’antica Babilonia, era la Capitale delle conquiste fatte dai Macedoni nell’Asia superiore1. Molti secoli dopo la rovina del loro Impero, Seleucia conservava i genuini caratteri di una greca colonia, le belle arti, il valor militare, e l’amore della libertà. Questa indipendente Repubblica era governata da un Senato di trecento nobili; i cittadini erano in numero di seicentomila. Forti erano le sue mura, e finchè tra i diversi ordini dello Stato regnò la concordia, essi riguardarono con disprezzo la potenza dei Parti. Ma il furore di una fazione fu diverse volte incitato ad implorare il pericoloso aiuto del comune inimico, che stava quasi alle porte della colonia2. I Monarchi parti, come i Sovrani mogol dell’Indostan, facevano la vita pastorale degli Sciti loro antenati; ed il campo imperiale era spesso attendato nella pianura di Ctesifonte, sulla riva orientale del Tigri, a tre sole miglia di lontananza da Seleucia3. Gli innumerabili seguaci del lusso e del dispotismo concorrevano alla Corte, ed il piccolo villaggio di Ctesifonte diventò insensibilmente una gran città4. Sotto

  1. Per la precisa situazione di Babilonia, Seleucia, Ctesifonte, Modain e Bagdad, città spesso confuse l’una con l’altra. Vedi un eccellente Trattato geografico del Sig. d’Anville, nelle Memor. dell’Accadem tom. XXX.
  2. Tacit. Annal. XI. 42 Plinio Stor. Nat. VI. 26.
  3. Questo si può dedurre da Strabone l. XVI p. 743.
  4. Bernier, quel curiosissimo viaggiatore (Vedi Stor. dei viag-