Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano II.djvu/144

Da Wikisource.
138 storia della decadenza

la borsa, ma gettò via il contenuto, giudicando, che tutto ciò, che non serviva ad alcun uso, aver non potesse valore alcuno1. La perdita principale di Narsete fu di un genere ben più interessante. Diverse delle sue mogli, e le sue sorelle ed i piccioli suoi figliuoli, che aveano seguitato il campo, furono fatti prigionieri nella sconfitta. Ma benchè il carattere di Galerio in generale avesse pochissima affinità con quello di Alessandro, egli imitò dopo la sua vittoria la benigna condotta del Macedone verso la famiglia di Dario. Le mogli ed i figli di Narsete furono protetti contro la violenza, e la rapina, condotti in luogo di sicurezza e trattati con ogni segno di rispetto e di tenerezza dovuta da un generoso nemico alla loro età, al lor sesso, ed alla reale lor condizione2.

Mentre l’Oriente attendeva con ansietà la decisione di questa gran contesa, l’Imperator Diocleziano avendo raccolto nella Siria un forte esercito di osservazione spiegava in mostra da lungi i ripieghi della Romana potenza, e si riserbava per ogni futuro emergente della guerra. Alla nuova della vittoria condiscese ad avanzarsi verso la frontiera, coll’idea di moderare colla presenza e coi consigli l’ambizione di Galerio. L’abboccamento dei Principi Romani a Nisibi fu accompagnato da ogni espressione di rispetto da una parte, e di stima dall’altra. In quella città essi dettero subito dopo

  1. Il fatto vien riferito da Ammiano, l. XXII. Invece di Saccum, alcuni leggono Scutum.
  2. I Persiani riconoscevano la superiorità dei Romani nel morale e nella milizia. Eutrop. IX. 24. Ma questo rispetto e gratitudine per i nemici raramente si trovava nelle proprie loro relazioni.