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Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano II.djvu/244

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238 storia della decadenza

suo competitore orientale. Le legioni di Costantino eran formate nelle più guerriere Province dell’Europa; l’esercizio ne aveva invigorita la disciplina, la vittoria innalzate le speranze, e trovavasi fra loro un gran numero di veterani, che dopo diciassette gloriose campagne sotto il medesimo condottiero, si preparavano a meritare un’onorevol dimissione coll’ultimo sforzo del lor valore1. Ma i preparativi navali di Costantino erano per ogni capo molto inferiori a quelli di Licinio. Le città marittime della Grecia mandarono le rispettive lor quote d’uomini e di navi al porto famoso di Pireo, e tutte le lor forze, prese insieme, non sorpassarono il numero di dugento piccoli vascelli: assai debole armamento, se voglia paragonarsi con quelle formidabili flotte messe in mare, e mantenute dalla Repubblica d’Atene al tempo della guerra del Peloponneso2. Non essendo l’Italia più da gran tempo la sede del Governo, gli stabilimenti navali di Miseno e di Ravenna si erano o poco a poco trascurati; e siccome la navigazione e la marineria dell’Impero venivano sostenute dal commercio anzi che dalla guerra, era naturale che dovessero abbondare più nelle indu-

  1. Costantino avea gran cura di concedere privilegi e sollievi a’ suoi veterani compagni (conveterani) com’egli comincia in questo tempo a chiamarli (Vedi il Codi. Teodosian. lib. VII. Tit. 20. Tom. II. p. 419, 429.).
  2. Quando gli Ateniesi avevan l’impero del mare, la loro flotta era composta di trecento, e dopo di quattrocento galere a tre ordini di remi, tutte ben allestite, e pronte all’immediato servizio. L’arsenale, fatto nel porto di Pireo, costò alla Repubblica mille talenti, che sono quattrocentoquarantamila zecchini. Vedi Tucidide de bell. Pelloponnes. lib. II. c. 13 e Meursio de fortificat. Attica, c. 19.