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86 storia della decadenza

mentre egli severamente affrettava l’insalubre lavoro di seccare le paludi di Sirmio, i soldati, impazienti della fatica, gettaron via subitamente i loro strumenti, afferraron l’armi, e proruppero in una furiosa sollevazione. L’Imperatore, conoscendo il suo pericolo, si rifuggì in un’alta torre, eretta a fine di osservare il progresso di quel lavoro1. Fu la torre in un momento forzata, e mille spade in un punto immerse furono in seno all’infelice Probo. Appena saziato, cessò il furor delle truppe. Deplorarono allora la funesta loro temerità, obbliarono la severità dell’Imperatore che avean trucidato, e si affrettarono a perpetuare con un onorifico monumento la memoria delle virtù e delle vittorie di lui2.

Quando ebbero le legioni soddisfatto al loro dolore e pentimento per la morte di Probo, con unanime consenso dichiararono Caro Prefetto del Pretorio, come il più degno del trono imperiale. Ogni circostanza relativa a questo Principe comparisce d’una varia ed incerta natura. Ei si gloriava del titolo di cittadino Romano, ed affettava di paragonare la purità del suo sangue colla straniera e perfino barbara origine dei precedenti Imperatori, ma i più curiosi indagatori fra i suoi contemporanei, ben lungi dall’ammettere questa pretensione, hanno variamente dedotta l’origine di lui, o quella dei suoi genitori, dall’Illirico, dalla Gallia o dall’Affrica3.

  1. Turris ferrata. Sembra che fosse una torre mobile e fasciata di ferro.
  2. „Probus et vere Probus situs est: victor omnium gentium barbararum: Victor etiam Tyrannorum„.
  3. Tutto questo per altro può conciliarsi. Egli era nato a Narbona nell’Illirico, confusa da Eutropio colla più famosa città di quel nome nelle Gallie. Suo Padre potea essere un