Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano III.djvu/103

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dell'impero romano cap xvi. 97

indipendente dignità di Augusto aprì un libero corso all’esercizio delle sue virtù, e la brevità del suo regno non gl’impedì di fondare un sistema di tolleranza, di cui lasciò l’esempio e i precetti a Costantino suo figlio. Questo suo fortunato figlio, dal primo istante del suo innalzamento essendosi dichiarato protettore della Chiesa, finalmente meritò il nome di primo Imperatore, che professasse pubblicamente, e stabilisse la Religione Cristiana. I motivi della sua conversione, per quanto possan variamente dedursi dalla benevolenza, dalla politica, dalla convinzione o dal rimorso, ed il progresso di quella rivoluzione, che per la potente influenza di lui e de’ suoi figli fece divenire il Cristianesimo la religion dominante del Romano Impero, formeranno un capitolo molto interessante nel terzo volume di quest’Istoria. Per ora servirà osservare, che ogni vittoria di Costantino produsse qualche sollievo o benefizio alla Chiesa.

Le Province d’Italia e d’Affrica sperimentarono una breve ma violenta persecuzione. I rigorosi editti di Diocleziano furono severamente e di buona voglia eseguiti dal suo collega Massimiano, che da gran tempo odiava i Cristiani, e si dilettava negli atti sanguinari e di vio

    terminò i confini fra’ territorj di Pax Julia e di Evora, città situate nella parte meridionale della Lusitania. Se riflettiamo alla vicinanza, in cui sono questi luoghi col Capo S. Vincenzo, possiam sospettare, che il celebre Diacono e Martire di questo nome, per negligenza da Prudenzio si ponga in Saragozza, o in Valenza. Vedasi la pomposa istoria de’ suoi patimenti nelle memorie di Tillemont Tom. V. Part. II. p. 58-85. Alcuni Critici son d’opinione, che il dipartimento di Costanzo, come Cesare, non includesse la Spagna, la quale continuasse ad essere sotto l’immediata giurisdizione di Massimiano.